Camusso a chi? L'equazione di Renzi «Camusso e Salvini facce della stessa medaglia» è acida. D'impatto sembra che punti a irritare il sindacato, in realtà il veleno è tutto per Salvini, messo alla stregua di un vecchio sindacalista. Il bello è che chi si offende del paragone è la signora Susanna. «Paragonare la Cgil alla Lega è una cosa insultante». Non sia mai. E giù il broncio. E poi si stupiscono che la Cgil viva su Marte.
Qui l'unico offeso è Salvini. È lui che si becca il fotomontaggio con il volto reazionario della Camusso e magari perfino di Landini. È lui che ci perde. È lui l'ingiuriato, tirato in mezzo dalla furbizia del premier preoccupato in una battaglia dove non c'entra nulla, chiamato in causa come il passante sfortunato in una rissa tra ex amici. Quasi quasi dovrebbe denunciare il premier per diffamazione.
Salvini non è un residuo del passato. Non ha la presunzione di fermare il tempo e di spostare indietro le lancette. Non è uno fuori dal mondo. Salvini sente e vive le preoccupazioni degli italiani. È uno che va nelle periferie e conosce le fabbriche più di quel sindacato che parla in nome di un operaio immaginario. È il segretario di un partito che rappresenta chi lo vota. Non vive di pensionati e di burocrati. Il capo della Lega conosce il precariato del Nord e la disillusione di chi non pensa più che lo Stato sia la soluzione a tutti i problemi. Perché lo Stato che tassa e non paga i debiti è il problema. La Cgil è quella che organizza lo sciopero generale non per tutelare i lavoratori, ma per i propri fini politici. Salvini, contro Renzi, invece, ci mette la faccia. Non ha bisogno di illudere o strumentalizzare qualcuno. Non bara. Non fa politica con la maschera del sindacalista. È uno che i voti se li conquista uno a uno, con fatica. Si chiama democrazia. È un concetto che la Cgil trova ancora un po' strambo. Quanti sono i voti della Camusso? Quanti quelli di Landini? E perché allora parlano da politici? È solo il vecchio trucco di chi parte sindacalista e poi spera in una poltrona?
La Cgil è quella che boicotta lo sciopero dei «migranti» perché ha paura della concorrenza straniera sui suoi temi. Salvini pensa che un'immigrazione senza regole sia un problema non solo per i ricchi, ma soprattutto per i più disagiati.
La Camusso va a San Giovanni, Salvini a Tor Sapienza. No, il Matteo leghista avrà pure i suoi difetti, ma paragonarlo alla casta delle Camusso e dei Landini è uno sfregio che non merita. Renzi lo sa bene. Ed è per questo che gli dà della Camusso.
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