Saman, dopo 67 giorni si fermano le ricerche

Stop alle ispezioni nei terreni. Caccia ai familiari latitanti

Saman, dopo 67 giorni si fermano le ricerche

Saman non si cerca più. Per lo meno non nei campi dell'azienda agricola di Novellara, dove i genitori, i cugini e gli zii della diciottenne scomparsa hanno messo in piedi il loro disegno di morte.

Dopo 67 giorni di ininterrotte ricerche e in attesa di eventuali nuove indicazioni che potrebbero comunque giungere nel corso delle indagini, ieri i carabinieri su disposizione della Procura hanno fatto sapere che vengono sospese le ricerche del corpo della giovane pachistana, della quale non si hanno più notizie dal 30 aprile scorso. I militari del nucleo investigativo di Reggio Emilia e della compagnia di Guastalla, coordinati dalla Procura reggiana, proseguiranno le indagini sia per arrivare ad elementi per il ritrovamento del cadavere sia per catturare le persone ritenute responsabili dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere.

I resti della ragazza sembrano spariti. Per riuscire a venire a capo di dove potessero essere, in questi due mesi sono stati impiegati complessivamente 500 carabinieri, unità cinofile, eliportuale e la componente forestale dell'Arma, vigili del fuoco con natanti e cinofili, polizia provinciale, unità cinofili specializzate nella ricerche di cadaveri della polizia tedesca e di un'associazione di volontari svizzera. Sono stati inoltre utilizzati strumentazioni specifiche quali geo scanner in Hd, elettro magnetometri, droni.

Il cadavere non si trova e c'è da chiedersi in che modo la famiglia se ne sia disfatta. Intanto prosegue in tutta Europa la caccia ai latitanti, lo zio esecutore materiale del delitto e un cugino sfuggito alla cattura due mesi fa.

La comunità pakistana di Novellara ha organizzato una manifestazione per condannare ogni forma di violenza. «Il caso di Saman Abbas ci ha profondamente colpiti: è importante che tutti si sentano coinvolti e protagonisti contro ogni forma di violenza», ha scritto sul suo profilo Facebook Elena Carletti, sindaco di Novellara.

Per la sparizione della 18enne, per cui la procura di Reggio Emilia indaga per omicidio, sono iscritte cinque persone sul registro degli indagati: i genitori, partiti

per il Pakistan e mai rientrati in Italia (per cui è stata presentata la rogatoria internazionale per il loro fermo), uno zio e due cugini, uno dei quali, Ikram Ijaz, è attualmente detenuto nel carcere della città emiliana.

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