La lite tra Marco Travaglio e Michele Santoro, che aveva portato il vicedirettore del Fatto Quotidiano a lasciare lo studio di Servizio Pubblico, potrebbe essere acqua passata.
Una stretta di mano arrivata prima dell'editoriale di Travaglio, a mezz'ora dalla mezzanotte, nel corso dell'ultima puntata, potrebbe segnare un riavvicinamento tra i due. D'altronde a farlo intendere è stato anche il discorso con cui Santoro ha introdotto la serata, sulle note di "Caro amico ti scrivo" di Lucio Dalla.
Un riferimento a Travaglio? Soltanto indirettamente. Piuttosto un modo per ricordare la scelta di Santoro di portarlo in televisione con sé, perché "giornalista di razza, di talento", con cui far nascere "le trasmissioni criminali per cui fui cacciato per due anni da tutte le televisioni italiane". Di Travaglio, aggiunge Santoro, "feci il mio simbolo, la mia bandiera, il mio confine nei confronti del potere politico e della censura".
Almeno per ora il rischio di rottura sembra non ci sia.
Se Travaglio rifletteva alcuni giorni fa se privare o meno "i telespettatori di quel piccolo spazio durante la trasmissione" e in un editoriale sul Fatto sulla scomparsa "del giornalismo come lo conosciamo tutti, nei talk show", ieri è tornato in studio per la puntata dedicata al tema dell'immigrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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