Anche un'accusa mossa nei confronti del figlio del presidente del Senato diventa per l'opposizione un'occasione di slancio giustizialista. Elly Schlein contesta le prime dichiarazioni di Ignazio La Russa sul caso: «Disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale». E poi incalza chiedendo alla Meloni di uscire dal «silenzio». Lo scopo è provare a aumentare i toni dello scontro in una fase già calda di per sé. Il presidente del Senato fa un'altra nota e si dice dispiaciuto di essere stato frainteso. Niente da fare. Ormai la furia giustizialista è partita. «L'atteggiamento di La Russa è maschilista e misogino. Rifletta se vuole fare l'avvocato difensore di suo figlio oppure il presidente del Senato, nell'interesse della comunità e delle donne» tuona Pina Picierno, europarlamentare dem. Angelo Bonelli, leader ambientalista dell'Alleanza Verdi-Sinistra, segue la scia. «Questa non è la Repubblica dei Fratelli d'Italia, che decidono sostituendosi alle leggi dello Stato e alla magistratura. L'azione del presidente del Senato è inaccettabile e irriguardoso nei confronti di una ragazza che ha denunciato una violenza sessuale», afferma. Antonella Forattini, deputata dem, si spinge se possibile oltre: «Usare parole di dubbio e discredito, ancora più se fatto da chi ha un ruolo istituzionale, non si riflette solo sulla donna in questione, ma anche su tante altre che possono rinunciare a denunciare perché temono di non essere credute». La premessa di queste riflessioni è spesso l'adagio secondo cui «spetta alla magistratura». Ma poi una sentenza viene emessa lo stesso. Un coro: «Non si colpevolizza una donna che denuncia una violenza. Ignazio La Russa, non è solo un padre, ma rappresenta la seconda carica dello Stato ed è grave che parli in certi termini della giovane donna che accusa suo figlio di stupro.
Le parole sono pietre», insiste Irene Manzi, via Twitter, da componente della segreteria nazionale. La maggioranza, a differenza della sinistra, non alza i toni dello scontro. Per il centrodestra, sarà davvero la magistratura a fare chiarezza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.