Dopo il ritrovamento dei corpi di sei ostaggi israeliani uccisi da Hamas, Joe Biden accelera e valuta la possibilità di presentare alle parti una proposta definitiva per un accordo entro la fine della settimana. E parlando con i giornalisti mostra tutta la sua frustrazione verso il leader dello stato ebraico Benjamin Netanyahu, che «non sta facendo abbastanza» per arrivare a un'intesa su cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi.
Il presidente americano, che ieri mattina si è riunito alla Casa Bianca insieme a Kamala Harris con il team di negoziatori Usa, assicura «non molliamo, continueremo a premere», ma alla domanda se pensa che Bibi stia facendo abbastanza sulla questione, risponde un secco: «No».
Parole a cui l'ufficio di Netanyahu replica stizzito: «È sconcertante che Biden stia facendo pressioni sul premier, il quale ha accettato la proposta Usa già il 31 maggio e l'altra proposta il 16 agosto, e non sul leader di Hamas Sinwar che continua a rifiutare con veemenza qualsiasi intesa». La dichiarazione del presidente, prosegue, «è particolarmente pericolosa». Secondo un alto dirigente dell'amministrazione citato dal Washington Post, gli Stati Uniti stanno continuando a discutere con Egitto e Qatar i contorni di un accordo finale su Gaza da «prendere o lasciare», e un eventuale rifiuto potrebbe segnare la fine dei negoziati guidati dagli americani.
«Questo processo deve essere interrotto a un certo punto», precisa la fonte, per cui il ritrovamento dei corpi degli ostaggi uccisi non fa deragliare l'accordo, ma casomai «dovrebbe aggiungere ulteriore urgenza in questa fase di chiusura, in cui eravamo già». Come riferisce la Casa Bianca, durante la riunione nella Situation Room Biden e Harris «hanno ricevuto un aggiornamento dal team di negoziatori Usa sullo stato della proposta delineata insieme a Qatar ed Egitto, e hanno discusso i prossimi passi». Il comandante in capo ha espresso la sua «devastazione e indignazione per l'omicidio» del giovane israelo-americano Hersh Goldberg-Polin e degli altri cinque ostaggi, ribadendo «l'importanza di ritenere responsabili i leader di Hamas».
Per il presidente, i negoziatori sono «molto vicini» a una proposta finale da presentare alle parti, e stando a quanto hanno detto domenica alle famiglie delle vittime il consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan e l'inviato per il Medio Oriente Brett McGurk, non si sa se l'accordo verrà concluso, ma c'è una chance e sperano possa concretizzarsi entro due settimane. Intanto Donald Trump incolpa Biden e Harris per la morte degli ostaggi, assassinati da Hamas «a causa di una totale mancanza di forza e leadership americana». «Una mancanza che consente ai terroristi di togliere vite americane - scrive su Truth - perché a loro interessa solo usare il dipartimento di Giustizia come arma contro il loro avversario politico. Tutto questo è accaduto perché la compagna Harris e il corrotto Biden sono dei pessimi leader. Gli americani vengono massacrati all'estero, mentre Kamala denigra e inventa bugie sulle famiglie Gold Star e Joe dorme sulla spiaggia in questo 16mo giorno consecutivo di vacanza. Hanno le mani sporche di sangue».
E ancora conclude: «Proprio come il fiasco del ritiro dall'Afghanistan che ha causato la morte di 13 americani, l'incapacità di giudizio di Harris e Biden non solo ha messo a rischio delle vite, ma è direttamente responsabile di morti inutili che non sarebbero mai dovute accadere».
Nel Vecchio Continente, invece, il governo laburista britannico annuncia la sospensione parziale delle esportazioni di armi a Israele. E data la relazione speciale che lega Londra a Washington in politica estera, il passo dell'esecutivo di Keir Starmer potrebbe essere stato concordato con l'amministrazione Biden per inviare un segnale a Netanyahu.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.