Aveva confessato ai genitori di essere lesbica e per questo motivo da un anno era segregata in casa dove viveva con il padre, la madre e una sorella. E' una denuncia shock quella di una 17enne di Albano Laziale che la scorsa settimana, grazie all'aiuto del Gay Center e delle forze dell'ordine, è riuscita a liberarsi dopo mesi di prigionia. A tenerla segregata in casa, in un paese dei Castelli romani, gli stessi genitori, due impiegati di 50 anni, che hanno reagito in questo modo dopo aver scoperto l'omosessualità della figlia leggendo dei messaggini su WhatsApp tra lei e la sua compagna, una coetanea.
Sulla vicenda è stata aperta un'indagine affidata alla polizia di Albano e agli agenti del commissariato di Anzio, coordinata dalla procura di Velletri che ha iscritto la mamma della piccola sul registro degli indagati con le accuse di maltrattamenti e sequestro di persona.
A rendere nota la storia il portavoce del «Gay Center», Fabrizio Marrazzo. «La ragazza viveva in un clima di continua violenza ed era sequestrata in casa, dove i familiari non la facevano più uscire - ha spiegato Marrazzo -. Poteva andare a scuola solo accompagnata. Inoltre i genitori, quando rimaneva sola in casa, la chiudevano a chiave e le gridavano da fuori brutta lesbica ora ti sistemiano noi». Dopo essere scappata da casa e aver chiesto l'intervento della polizia, la ragazza è stata riconsegnata alla famiglia. A quel punto ha contattato il Gay Center attraverso la chat anonima «Speakly», un canale dedicato ai minori omosessuali o transgender attivata in collaborazione con il ministero dell'Istruzione. «Speakly» è anche un'app che si può scaricare sul cellulare, e consente di chiacchierare con i volontari in maniera anonima: le richieste ogni anno sono circa 20 mila e 400 di queste sono situazioni pesanti di sequestro, segregazione, violenza, botte.
La prima cosa che chiedono i volontari della chat è se il ragazzo o la ragazza abbia presentato denuncia alle autorità. Quando la 17enne ha risposto di sì, si è attivato l'Oscard, l'Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni che esiste dal 2010: a quel punto polizia e carabinieri sono intervenuti, prelevando a casa la ragazza e accompagnandola in una struttura protetta per minori. La madre della ragazza è stata indagata per maltrattamenti e sequestro di persona.
«Quanto accaduto è molto grave - commenta Marrazzo -. Questo non è un caso isolato. E' importante approvare al più presto una legge contro l'omotransfobia che preveda anche la formazione per il personale pubblico per evitare episodi di discriminazione e pregiudizio anche da parte di funzionari pubblici come accaduto alla ragazza.
Se non verrà approvata questa legge inviteremo i sindacati e la comunità lesbica, gay, bisex, e trans a indire uno sciopero dei lavoratori il 17 maggio in occasione della Giornata Mondiale contro l'Omofobia a sostegno della richiesta di legge», ha concluso Marrazzo.
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