Se la natura mette in crisi i progressisti "green"

Anche ieri, per l'ennesima volta, la Milano che si genuflette quotidianamente all'ideologia ultra ecologista, è crollata sotto i colpi della natura

Se la natura mette in crisi i progressisti "green"
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Anche ieri, per l'ennesima volta, la Milano che si genuflette quotidianamente all'ideologia ultra ecologista, è crollata sotto i colpi della natura. Sembra un paradosso, ma non lo è. L'abitudine ormai si è consolidata e l'allerta è diventata una routine: dopo una mezz'ora abbondante di piogge torrenziali la città si trasforma, nella migliore delle ipotesi, in un caos di canali difficilmente navigabili e, nella peggiore, come è successo lo scorso luglio, in una giungla di alberi disperatamente precipitati sul manto stradale.

I talebani dell'ideologia green e gli alfieri del catastrofismo vi diranno che è tutta colpa dell'uomo cioè, dal loro punto di vista, dell'animale più bisbetico e arrogante in circolazione. E inizieranno a sciabolare il fantasma del cambiamento climatico, delle Grete di tutto il mondo unite e dei Fridays for Future. Ma, al netto del fatto che questa interpretazione possa rintracciare una minima parte di realtà, i fatti sono diversi. L'acquazzone della scorsa notte è, appunto, un acquazzone. Nulla di più. Cioè quello che la natura ci ha sempre riservato. Una natura che va conservata e custodita con rigore, ma che non è sempre buona come pensa chi la idolatra senza se e senza ma. Basti vedere le cicatrici che nel corso degli anni ha lasciato sul volto del pianeta terra: dalle glaciazioni ai terremoti.

Ma qui, più prosaicamente, siamo di fronte a una pioggia torrenziale. E, proprio per questo, l'uomo sopraccitato dovrebbe cercare di studiare e prevenire l'ambiente in tutte le sue forme.

Così ci ritroviamo nella contraddizione di una città che, ossessionata dal presunto rispetto per la natura - isole pedonali, velocità limitata e auto elettriche - finisce in ginocchio per uno dei fenomeni naturali più elementari e prevedibili. Perché è più chic inaugurare una nuova colonnina di ricarica elettrica piuttosto che pulire un tombino o il letto di un fiume.

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