"Serve un segnale ai politici. Io toga dico sì ai referendum"

Il giudice di Articolo 101: "L'Anm sbaglia, le riforme sono necessarie. Pronto a votare su Csm e carcere preventivo"

"Serve un segnale ai politici. Io toga dico sì ai referendum"

Da una parte, i vertici dell'Associazione nazionale magistrati che hanno cercato in ogni modo di stoppare i referendum di radicali e Lega sulla giustizia. Dall'altra i tanti magistrati senza ribalta mediatica che giorno per giorno tirano avanti la carretta dei processi. E adesso che la Corte Costituzionale ha dato il via libera al voto sui sei quesiti, anche dall'interno delle toghe c'è chi si prepara a votare sì.

«Io rispetto l'iniziativa referendaria - dice al Giornale Andrea Reale, giudice a Ragusa e tra i fondatori del gruppo Articolo 101 - e su uno dei quesiti darò certamente voto favorevole».

I vertici dell'Anm dicono che i referendum sono un tentativo indebito di condizionare le riforme cui il Parlamento sta lavorando.

«È vero esattamente - risponde Reale - il contrario: attraverso l'espressione popolare si manda una indicazione precisa alle forze politiche sulla importanza di intervenire in tempi rapidi a riforme di cui tutti vedono la necessità. E le tematiche sollevate dai referendum sono in buona parte tematiche assolutamente valide, anche se non sempre la formulazione dei quesiti e le modalità individuate mi convincono del tutto. Ma se si arriverà al voto io su alcuni quesiti sono intenzionato a votare sì».

Per esempio?

«Uno è sicuramente quello sul Consiglio superiore della magistratura, che permette a tutti i magistrati di presentare la propria candidatura senza raccogliere firme a sostegno di essa. La raccolta di firme, si badi, non è oggi un ostacolo insormontabile neanche per colleghi sganciati dalle correnti. Ma un'approvazione del quesito sarebbe un segnale nella direzione giusta, che è la liberazione del Csm dall'occupazione in pianta stabile da parte delle correnti organizzate. Come Articolo 101 abbiamo detto più volte che il sorteggio dei membri del Consiglio superiore è la strada per dire addio al clientelismo, agli scambi di favori e di cariche che oggi governano in larga parte il nostro mondo. Ma la eliminazione delle firme a sostegno delle candidature è senz'altro un primo passo nella direzione giusta».

Su quali altri quesiti è orientato al sì?

«L'unico altro quesito che potrebbe orientarmi per un sì è quello sui limiti al ricorso al carcere preventivo, la cosiddetta custodia cautelare. Oggi in Italia la percezione diffusa è che ci sia una legge penale fin troppo rigorosa, e probabilmente è vero, soprattutto nel corso delle indagini preliminari. Io non penso che ci sia un abuso generalizzato della custodia cautelare, ma è inevitabile che di fronte a imputati che vengono assolti dopo lunghi periodi di carcere l'opinione pubblica si interroghi. Anche se, sapendo come vanno le cose in Italia, di fronte al primo sospettato di un delitto eclatante che verrà scarcerato la stessa opinione pubblica sarà pronta a gridare allo scandalo. Una mediazione ragionevole per rendere più oculata l'applicazione della custodia in carcere sarebbe affidare la valutazione a un collegio di tre giudici, e non a un singolo magistrato, almeno la prima decisione sulla richiesta del pm. Ovviamente dopo una ampia rivisitazione degli organici. Comunque la vera patologia del sistema è anche un'altra».

Ovvero?

«Parlo dell'utilizzo distorto dell'azione penale, l'esercizio di essa con connotazioni politiche. È una realtà che in questi anni si è talora toccata con mano, un abuso che rischia di minare la credibilità del sistema. L'utilizzo distorto e politicizzato dell'azione penale ha conseguenze assai gravi.

Ma ciò non si risolve con la separazione delle carriere, che rischia di mettere alle dipendenze dell'esecutivo l'esercizio dell'azione penale né con l'introduzione dei criteri di priorità che aumentano il pericolo di un uso non imparziale della funzione».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica