Lo sforzo di Biden: 40 miliardi di aiuti per Gerusalemme. E Sunak vola da Bibi. "Salvare gli ostaggi"

Joe Biden parla agli americani di ritorno dalla visita lampo in Israele riaffermando l'importanza di "sostenere sia l'Ucraina che Israele per non minare la stabilità democratica nel mondo"

Lo sforzo di Biden: 40 miliardi di aiuti per Gerusalemme. E Sunak vola da Bibi. "Salvare gli ostaggi"
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Joe Biden parla agli americani di ritorno dalla visita lampo in Israele riaffermando l'importanza di «sostenere sia l'Ucraina che Israele per non minare la stabilità democratica nel mondo». Alla vigilia del summit Usa-Ue alla Casa Bianca con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente americano spiega in un discorso in prima serata che per gli Stati Uniti è anche «una questione di sicurezza nazionale, perché il costo dell'inazione e dell'abbandono sono molto più alti». Inevitabile per Biden l'appello al Congresso ad approvare in modo bipartisan la sua imminente richiesta di fondi di emergenza: un pacchetto da 100 miliardi di dollari, secondo Nbc, non solo per Ucraina (a cui ne andrebbero 60) e Israele, ma anche per Taiwan e per il rafforzamento del confine col Messico. Il comandante in capo aveva già anticipato nella sua visita in Israele che avrebbe chiesto presto a Capitol Hill un piano di supporto «senza precedenti» per la difesa dello Stato ebraico, comprese le forniture per lo scudo anti missilistico Iron Dome. Ieri, intanto, è arrivato in Israele il premier britannico Rishi Sunak, il quale ha assicurato al premier Benjamin Netanyahu che «saremo solidali con voi e al fianco del vostro popolo. Vogliamo la vostra vittoria». Ribadendo di sostenere assolutamente il loro diritto «alla difesa, a recuperare gli ostaggi e rafforzare la propria sicurezza nel lungo termine». Il messaggio di Sunak, tuttavia, è stato anche quello di «fermare ogni ulteriore pericolosa escalation» dopo che «troppe vite sono già andate perdute» nella riesplosione del conflitto israelo-palestinese innescata dagli attacchi terroristici di Hamas, e ha anche sollecitato, sulle orme di Biden, la riapertura dei canali per gli aiuti umanitari ai civili intrappolati a Gaza.

I media del Cairo hanno fatto sapere che il valico di Rafah tra Egitto e la Striscia aprirà oggi, dopo che è stato raggiunto un accordo mediato dalle Nazioni Unite per issare una bandiera dell'organizzazione internazionale e far sì che gli osservatori internazionali ispezionino i camion degli aiuti prima che entrino nell'enclave. Dal Cairo, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, a margine di un incontro con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Choukri, ha ribadito che serve un «accesso umanitario rapido e senza ostacoli» degli aiuti a Gaza, e un «cessate il fuoco umanitario immediato». «Abbiamo bisogno di cibo, acqua, carburante e medicine subito, ne abbiamo bisogno in grandi quantità e in modo sostenibile», ha proseguito, precisando che «ciò che serve non è una piccola operazione, ma uno sforzo importante e duraturo». Nei colloqui con l'Egitto si inserisce anche la Cina, che «è disposta a rafforzare la cooperazione con il Paese» per portare «maggiore stabilità» in Medio Oriente, come ha spiegato il presidente Xi Jinping incontrando a Pechino il premier Mostafa Madbouli.

Il Dragone, ha aggiunto Xi, si coordinerà maggiormente con l'Egitto e gli altri Paesi arabi per

lavorare a «una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese in tempi brevi», avvertendo che è un «imperativo» avere un cessate il fuoco il più presto possibile per evitare che il conflitto si espanda.

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