"Credo che ci troviamo di fronte a una vera novità, ma regressiva". Il colmo è che a lamentare un ritorno al passato politico sia Fausto Bertinotti, già segretario di un partito che si chiamava "rifondazione comunista". Bel paradosso, non c'è che dire. L'ex sindacalista ed esponente della gauche italica più militante ha unito la propria voce al coro dei dissensi nei confronti del governo Meloni e lo ha fatto accusando il neopremier di avere una leadership troppo forte, al punto da evocare certi scenari d'un tempo.
Bertinotti, le dichiarazioni anti-Meloni
"Il mio è un no molto completo", ha affermato Bertinotti in merito al proprio giudizio sul nuovo esecutivo. Secondo l'ex segretario di partito, i discorsi del presidente del consiglio si potrebbero infatti riassumere così: "Avanti con forza verso il nostro passato". Un'analisi curiosa, dal momento che a pronunciarla su La7 è stato un politico che a suo tempo si presentò agli elettori con un simbolo che riportava la falce e il martello su una bandiera rossa. Non proprio il massimo dell'avanguardi politica, verrebbe da dire. "Siamo di fronte, nella novità, a una riedizione di un tempo che pensavamo lontano, cioè la cultura politica degli anni Cinquanta. L'idea cioè che c'è una parte da cui si sta, contro l'altra parte...", ha aggiunto Bertinotti, riferendosi però alla Meloni.
#lariachetira Fausto Bertinotti su Giorgia Meloni: "Siamo di fronte a una riedizione di un tempo che pensavamo lontano. Le opposizioni e la maggioranza sono state annichilite dal presidente del Consiglio, in una piena dittatura" https://t.co/IDw4zjGXiM
— La7 (@La7tv) October 27, 2022
"La dittatura del presidente"
Poi l'analisi dell'ex presidente della Camera è proseguita. "Questa compagine governativa viene presentata come totalizzante. L'elemento di novità è che siamo di fronte a un capo del governo così forte da aver annichilito nel dibattito parlamentare le opposizioni, che già non ne avevano bisogno, e anche la maggioranza", ha osservato Bertinotti intervenendo stamani a L'Aria che tira. E qui è arrivato il pezzo forte della sua disquisizione: "Siamo di fronte a una piena dittatura del presidente del consiglio sulla sua maggioranza. I suoi discorsi ricordano quelli di capi dello Stato della destra potente".
Peraltro, l'ex segretario di Rifondazione comunista ha tenuto a fare un'ulteriore precisazione, originata dal fatto che - a suo giudizio - in Italia ci sarebbe una certa "nostalgia per le destre per bene degli altri Paesi". Definzione che lo stesso Bertinotti ha però smentito per rincarare la dose.
"La destra, quando vince, tende sempre a essere estrema", ha infatti sostenuto, spiegando che questa caratteristica si adatterebbe anche all'esecutivo in carica: "Guardate l'impianto che presenta il governo: è conservatore e reazionario". E pensare che Giorgia Meloni e i suoi hanno iniziato a lavorare solo da pochi giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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