L'unica cosa vera sono le tasse. Tutto il resto è fiction. È finzione. È come se l'Italia avesse perso il senso della realtà, del vero, di quello che si può contare, di ciò che puoi toccare. È tutto virtuale. È annunci, promesse, proiezioni, nuvole, manca però la sostanza. Non solo perché a quanto pare l'unica cosa che davvero funziona in tv sono appunto le fiction, quelle che in un'Italia ancora reale si chiamavano sceneggiati, ma per tutto il resto, per la vita sociale e politica. Nel Paese spopola Renzi. E cos'è Renzi se non una fiction? È fiction la legge di stabilità. È fiction la legge elettorale. È fiction la nomina dei giudici costituzionali. Sono fiction le riforme. Sembrano fiction anche le lettere di valutazione che arrivano dall'Europa, o perlomeno speriamo che sia così, perché la burocrazia spesso è dannosa e irritante, ma purtroppo è vera. È fiction soprattutto la detassazione. La grande promessa di Matteo. La grande magia della legge di stabilità. Aumentano le sigarette e vabbè. Aumentano le tasse sui lavori di casa e cavolo. Aumentano le accise sulla benzina e qui tutti a piedi. Un Paese fermo. Il resto è un'ipotesi. Suggestioni, congetture.
Tutta questa fiction è l'effetto del renzismo? È ciò che resta delle slide? Macché. Non solo. Oltre Renzi c'è di più e qualche volta è peggio.
L'altra sinistra, quella dura e pura, è rimasta ai film d'essai, amatoriali. Sabato 25, sabato prossimo, la Cgil va in piazza contro il Jobs act. Va in piazza contro Renzi. L'idea dovrebbe essere una giornata di resistenza reale alla sinistra della Leopolda. Uno pensa: è l'ultima spallata di orgoglio della Camusso. Invece no. È un film. Un film collettivo che a qualcuno ricorderà Leni Riefenstahl, la documentarista cara a Hitler, ad altri un cinegiornale Luce del ventennio fascista. La notizia sembra paradossale, ma è vera. La Cgil ha invitato registi e «addetti ai lavori» a partecipare a un film collettivo sul grande sciopero nazionale. C'è già il titolo: «Per cambiare l'Italia». Ed è evidente che sarà un film comico. La prima ad alzare la mano è stata Sabina Guzzanti e poi il solito gruppetto di cineasti e attori orfani del berlusconismo, da Calopresti a Moni Ovadia. A coordinare l'opera collettiva ci sarà Citto Maselli. Se qualcuno vuole partecipare scrivere a citto.maselli fastwebnet.it. Vi faranno sapere.
La Camusso e Landini chiaramente protagonisti, nel ruolo rispettivamente della Camusso e di Landini di Crozza. Tutti gli altri faranno da comparsa. Ecco quel che resta della vecchia sinistra. L'autunno caldo è solo un film. Fiction contro film. La realtà è per chi lavora e paga le tasse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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