È stato lui stesso a pubblicare su Facebook e Instagram una foto che lo ritrae, in tenuta da jogging, mentre corre con quattro amici a Milano lungo il Naviglio della Martesana. Apriti cielo, perché quell'immagine sta costando cara a Giulio Gallera. L'assessore alla sanità lombardo, infatti, è stato bersagliato dalle critiche perché fa sport fuori dal proprio comune di residenza, attività vietata in zona arancione, dove è ancora relegata la Lombardia. E che abbia effettivamente varcato i confini del suo comune sembra ammetterlo lui stesso nel post che accompagna la foto: «Oggi 20 km lungo il Naviglio Martesana - la maratona è maestra di vita - stringere i denti e non mollare mai». Venti chilometri, dunque, lungo un Naviglio milanese che attraversa vari Comuni fino al fiume Adda.
Una leggerezza che i social non gli hanno perdonato. «Buon per lei, noi non possiamo farlo...», si legge tra i commenti. «Ma l'attività sportiva non è ammessa solo all'interno del proprio comune e da soli?», scrive un altro utente. E tanti altri post dello stesso tenore: «Allora io se il giorno di Natale mi metto in tuta e corro per 2 km posso andare nel comune di mio figlio»; «Complimenti. Tutto dentro il comune di Milano? Ma non eravamo in zona arancione?»; «Le regole valgono solo per gli altri?». In tanti riportano poi le linee guida collegate alle disposizioni del Dpcm del 3 novembre, con la suddivisione dell'Italia in zone di diverso colore, per ricordare che in quelle arancioni «l'attività sportiva non si può svolgere al di fuori del proprio Comune di residenza».
Anche le polemiche politiche non si sono fatte attendere.
«Cosa abbiamo fatto di male noi lombardi per meritarci questa sventura in un periodo già così difficile? Presidente Fontana questo problema va gestito e risolto per il bene della Lombardia!», scrive su Twitter il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni (M5s). «È riuscito ancora una volta a non dare il buon esempio», commenta Massimo De Rosa, consigliere regionale dei Cinque Stelle.
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