Uno scooter parcheggiato male può diventare il motivo di un omicidio? A volte sì. È ciò che è accaduto nell'incredulità generale a Napoli a Giovanbattista Cutolo nella notte tra mercoledì e giovedì. Il corpo senza vita del musicista 24enne viene trovato riverso all'alba è a terra in pieno centro, in piazza Municipio, a due passi dalla casa comunale e non lontano dai presidi delle forze dell'ordine. Accade tutto nella tarda serata di mercoledì: Giovanbattista si trova in compagnia della fidanzata quando - in circostanze ancora al vaglio degli inquirenti - viene ucciso. Secondo le prime ricostruzioni l'omicidio sarebbe avvenuto dopo una discussione sul parcheggio di un motorino, rapidamente degenerata nell'aggressione. È la ragazza a chiamare i soccorsi, mentre la polizia riceve la segnalazione di un uomo a terra nel luogo in cui viene poi effettivamente trovato Cutolo senza vita. Ma all'arrivo degli agenti non c'era più niente da fare. Sono bastate poche ore alla Squadra mobile per risalire al movente dell'assassinio, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.
Dalle registrazioni si scorge Cutolo discutere con un giovane, mentre è in compagnia della fidanzata. Poi il delitto a colpi d'arma da fuoco. Ed è forse proprio grazie alla visione del filmato che viene fermato un sospettato: un 16enne è stato infatti condotto in questura a Napoli, potrebbe essere lui il responsabile dell'omicidio aggravato dai futili motivi. È un'altra giovane vita spezzata, quella di Giovanbattista Cutolo, che aveva compiuto gli anni solo lo scorso 4 agosto ed era un giovane talento della musica. Nessuno, in queste ore, riesce a trovare una spiegazione: promettente musicista a tutto tondo (suonava il corno ma anche il pianoforte), studente al Conservatorio di San Pietro a Majella, incensurato e senza legami con la criminalità organizzata. Anzi, Giovanbattista era figlio d'arte: suo padre è infatti il regista teatrale Franco Cutolo, fondatore della Compagnia «Li Febi Armonici».
È proprio lui a ricordare il figlio sui social con un messaggio sibillino ma struggente: «I 24 anni più belli della mia vita. A presto Giò». Parla invece di «degrado» e di «barbarie» la direttrice della Nuova Orchestra Scarlatti Beatrice Venezi, di «vuoto di doti morali e intellettuali, un vortice centripeto annichilente in cui non si conosce più nemmeno il valore sacro della vita». Giovanbattista invece nutriva ogni giorno la grande passione della musica sinfonica e negli ultimi anni era sempre più richiesto da tante orchestre in Italia e in Europa. «Ma lui non ha voluto lasciare Napoli, era qui che voleva suonare - rivela il direttore e fondatore della Nuova Orchestra Scarlatti Gaetano Russo -. E invece la sua città l'ha ucciso». Dalle tracce presenti sul web il 24enne - che si stava specializzando nel laboratorio musicale di alta formazione della Scarlatti Camera Young - appare sempre con il suo amato strumento tra le mani. Davanti a lui c'era un orizzonte di successi e di soddisfazioni, come quelle che stava già macinando negli ultimi anni.
«Il suo sogno era di far parte di un'orchestra stabile di Napoli, la grande assente, quella che chiediamo da anni rimanendo inascoltati.
È rimasto vittima proprio di quella violenza senza nome che noi della Comunità Scarlatti abbiamo cercato di combattere ogni giorno con la musica. Una pallottola ha trafitto in un attimo tutti i sogni e progetti di anni, tuoi e nostri: se questi progetti si fossero realizzati, siamo certi che tu saresti ancora qui», conclude disperato il direttore Russo.
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