Soldi buttati col reddito 5S. Ma Conte si attacca alle spese militari

Il leader M5s contro le spese militari: "Il Paese è in forte difficoltà". Ma non dice nulla sui soldi che continuano ad essere buttati via per il reddito di cittadinanza

Soldi buttati col reddito 5S. Ma Conte si attacca alle spese militari

Giuseppe Conte dice di aver a cuore i conti dello Stato. "Il Paese è in forte difficoltà", dice. "I nostri alleati conoscono la sofferenza dell'Italia dopo due anni di pandemia", dice. "In un momento come quello attuale di caro-bollette e con la recessione che si farà sentire sulla pelle di famiglie e imprese, non si capisce per quale motivo le priorità debbano essere le spese militari", dice, dice, dice... Il tutto per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica una scelta tanto scellerata come quella mettersi di traverso all'aumento dei fondi per la Difesa. E dire che in passato, quando si è trattato di regalare soldi a pioggia agli italiani disoccupati per continuare a fare i disoccupati, ci ha messo la faccia, insieme a Luigi Di Maio, e ha sottoscritto uno dei peggiori strumenti assistenzialisti degli ultimi tempi: il reddito di cittadinanza. Non solo. È andato avanti a difenderlo anche quando, indagini alla mano, è venuto fuori che tutti quei soldi pubblici vanno a finanziare malavitosi e criminali, lavoratori in nero e immigrati irregolari. Una montagna di denaro buttato al vento che, questo sì, avrebbe potuto essere usato meglio.

L'ultimo colpo l'ha fatto la Guardia di Finanza dell'Aquila in collaborazione con l'Inps. Ha pizzicato decine e decine di furbetti del reddito. Sono almeno 177 i soggetti che, quando hanno presentato la domanda per incassare il reddito di cittadinanza, hanno mentito. Tra questi ci sono anche un'ottantina di immigrati che, pur non essendolo, hanno dichiarato di risiedere in Italia da almeno dieci anni. Il conto totale della truffa ai danni dello Stato? Un milione e mezzo (euro più, euro meno) di indebite percezioni. E dire che l'anno scorso, quando i Cinque Stelle, e con loro Conte in testa, premevano perché il reddito minimo venisse rinnovato, assicuravano che avrebbero corretto queste storture e garantivano che certe ruberie non sarebbero più state all'ordine del giorno. Già i dati forniti dai carabinieri e dalle Fiamme Gialle alla fine dell'anno scorso e riguardanti i controlli effettuati nell'ultimo biennio parlavano di ben 174 milioni di euro intascati da persone che non ne avevano il diritto. Con l'anno nuovo, nonostante l'aggiornamento dei requisiti per richiedere l'assegno e la stretta sui controlli, i furbetti non sono diminuiti: continuano a intascare soldi pubblici.

Nei giorni scorsi è stato il senatore di Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa, a proporre in una intervista al Corriere della Sera di "usare una quota del reddito di cittadinanza" per coprire l'aumento delle spese militari. "Questa norma - faceva notare - ha sostenuto anche delinquenti e mafiosi". Apriti cielo. Conte ha subito risposto picche: "Non possiamo accettare questa prospettiva". E invece dovrebbe farlo eccome. Al netto delle entusiastiche dichiarazioni di Di Maio, la povertà non è mai stata abolita. Anzi, dopo due anni di pandemia e un mese di guerra in Ucraina, continua ad aumentare inesorabilmente. Non solo. A fronte dei 26 miliardi di euro spesi nel triennio 2019-2021, il reddito non è riuscito nemmeno ad abbattere il numero dei disoccupati. A metterlo nero su bianco, come riportato dal Mattino, era stato l'Inps rilevando che "il 70% di quanti hanno iniziato a percepire il beneficio tra aprile e giugno del 2019 lo aveva ancora nell'ultimo semestre del 2021".

Insomma, numeri alla mano, possiamo tranquillamente dire che la misura bandiera dei Cinque Stelle non solo si è rivelata dispendiosa e inutile, ma è finita per foraggiare chi non avrebbe dovuto (persino spacciatori, banditi e terroristi).

Se Conte vuole proprio indignarsi per qualcosa non lo faccia perché il governo vuole aumentare le spese militari per difendere il nostro Paese, ma perché una misura tanto dannosa come il reddito di cittadinanza continua ad essere un buco nero di soldi pubblici.

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