Nemmeno davanti alla decisione di un giudice, quelli che "le sentenze si rispettano" (ma solo quando sono contro gli avversari) riescono a essere obiettivi. Silvio Berlusconi è stato assolto nel processo Ruby-ter dai giudici del tribunale di Siena perché "il fatto non sussiste". Formula piena per l'assoluzione dell'ex presidente del Consiglio, ma la sentenza al momento è stata accolta nel silenzio assordante degli esponenti politici della sinistra. Dal Pd ai 5stelle, dopo anni di urla e di accuse, nessuno (a ora) ha ancora speso una parola per congratularsi con il presidente Berlusconi.
La sentenza di Siena potrebbe spianare la strada per la salita al Quirinale al Cavaliere. L'ipotesi, che al momento resta tale, è sul tavolo nonostante i soliti noti, che in queste ore hanno rispolverato i vecchi argomenti rattrappiti dell'antiberlusconismo. A tirare la volata è Andrea Scanzi, che dai suoi profili social ha ritritato sempre i soliti adagi contro il presidente di Forza Italia. "Ma quelli che (anche da sinistra) stanno riempiendo di complimenti Berlusconi perché 'lui è moderato', 'lui è federatore', 'lui è responsabile' eccetera, se lo ricordano o no chi è e cosa ha fatto in questi decenni Berlusconi? Se lo ricordano i danni che ha fatto in politica, il rincoglionimento che ha prodotto grazie anzitutto alla tivù, lo sputtanamento che ha sdoganato nelle sedi istituzionali e giudiziarie?", ha scritto il giornalista. Non pago, Scanzi ha poi continuato: "C’è qualcuno che ha ancora un po’ di cazxo di memoria in questo paese, o si sono bevuti tutti il cervello? Guardate che, se oggi abbiamo i Renzi (ne parlo da vivo politicamente e me ne scuso), i Salvini e le Meloni eccetera, la colpa è anzitutto di questo qua!". Per poi concludere: "C’è pure gente (anche da sinistra) che tutto sommato lo vedrebbe bene al Quirinale. Certo. Come no. Grande idea! E poi magari il Nobel a Dell’Utri, il Grammy a Capezzone, l’Oscar a Gasparri e il Pulitzer a Porro. Qui c’è andato proprio in pappa il cervello. #neusciremomigliori una sega".
Ma un altro picco si è raggiunto durante Otto e mezzo su La7, dove Lilli Gruber ha interpellato il professor Luca Richeldi, direttore dell'unità complessa di Pneumologia del policlinico Gemelli di Roma, per fare una previsione sulla possibile resistenza di Silvio Berlusconi al Quirinale per 7 anni. Domanda che, intelligentemente, il professore ha dribblato. Una domanda strumentale fatta all'interno del dibattito sull'ipotesi di salita al Colle di Berlusconi, nel blocco del programma chiamato "La destra a pezzi candida Berlusconi". Un titolo dichiaratamente di parte, in un contesto nel quale è stato chiamato a commentare anche il filosofo Massimo Cacciari. "L'argomento non merita. Premesso che nulla interessa meno gli italiani in questo momento che i processi di Silvio Berlusconi, per quanto riguarda la candidatura a presidente può essere solo di bandiera.
Una candidatura che il centrodestra fa al fine di ricompattarsi ma senza possibilità di riuscita perché non hanno minimamente i numeri". Velenosa la replica della Gruber: "A Berlusconi piacerebbe...". Tranchant la risposta di Cacciari: "Affari suoi. È ridicola la cosa, anche solo a parlarne".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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