Speranza, lo strano addio e le ombre sul ministero

Lascia Zaccardi, capo di gabinetto finito nelle carte dei pm per il report Oms sparito

Speranza, lo strano addio e le ombre sul ministero

Fuori un altro. Da mercoledì sera Goffredo Zaccardi non è più il capo di gabinetto di Roberto Speranza, sostituito dal magistrato Tiziana Coccoluto. «Motivi personali», è la motivazione ufficiale. Ma anche se al ministero della Sanità le bocche sono cucite qualcuno si lascia scappare che il motivo del suo addio potrebbe essere legato al coinvolgimento del magistrato ormai a riposo nell'inchiesta per epidemia colposa aperta dopo la denuncia dei familiari delle vittime della Bergamasca. Si parla infatti di Zaccardi nella mail che l'ex numero due Oms Ranieri Guerra aveva mandato al suo ricercatore Francesco Zambon per fermare il report che avrebbe messo in imbarazzo l'Italia per la gestione della pandemia. Report che infatti sparì dopo 24 ore e che oggi rappresenta uno dei capi d'accusa che inchioderebbe il ministro Roberto Speranza e l'intero esecutivo, colpevole di non aver mai aggiornato dal 2006 il piano pandemico. Il report infatti era malvisto da Guerra e dallo stato maggiore Oms, come testimoniano le mail in mano ai pm - che il Giornale ha potuto consultare - nelle quali Guerra dice «sto per iniziare col ministro (Speranza, ndr) il percorso di riconferma parlamentare (e finanziaria) del centro di Venezia» (dove lavorava Zambon, ndr). Cristiana Salvi (responsabile Relazioni esterne Oms) scrive invece: «Prima di far uscire un rapporto così articolato sull'esperienza Italia non possiamo non condividerlo col ministero». E chi era l'ufficiale di collegamento con l'Oms? Proprio Zaccardi, di cui Guerra parla apertamente per aver partecipato con lui a una riunione con il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro. La domanda a cui i pm devono trovare una risposta è semplice. Speranza sapeva che il report contro l'Italia sarebbe saltato perché «non concordato», anzi ostile con l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte? Qualche mese fa se l'era chiesto anche la procuratrice aggiunta di Bergamo Maria Cristina Rota: «Immagino che sia dovere del capo di gabinetto e dei collaboratori di riferire al ministro - disse a Radio24 - ma non posso escludere che qualche omessa comunicazione ci sia stata».

Nei mesi scorsi sono state passate al setaccio migliaia di pagine di conversazioni interne a ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e Cts, acquisite per conto dei pm dalla Guardia di Finanza su telefonini e computer nei giorni caldi della pandemia per

verificare se sms, mail e chat contraddicono la versione ufficiale data ai pm. Se così fosse, come risulta al Giornale, partirebbe una raffica di avvisi di garanzia. L'addio inaspettato di Zaccardi potrebbe esserne una conferma.

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