Stasi è in semilibertà. I giudici: "Ha sempre sofferto per Chiara"

Mamma Poggi: "Che amarezza, spero di non incontrarlo". Al fine pena mancano poco più di 4 anni

Stasi è in semilibertà. I giudici: "Ha sempre sofferto per Chiara"
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Alberto Stasi ha ottenuto la semilibertà. Cioè potrà uscire dal carcere di Bollate di giorno - non solo per lavorare - e rientrerà la sera. Ormai per lui è quasi fatta: condannato a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara, tra 4 anni e qualche mese avrà finito di scontare la pena e tra poco potrà chiedere l'affidamento ai servizi sociali come misura alternativa alla cella.

La notizia è arrivata a casa Poggi, a Garlasco, con il telegiornale regionale. La madre di Chiara, Rita Preda, si prepara all'ennesimo assedio di tv e giornali, ma ancora una volta non si sottrae a un primo, telegrafico commento: «L'abbiamo saputo. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai».

La decisione del Tribunale di Sorveglianza non era scontata nonostante la buona condotta generale di Stasi, che ha sempre rispettato orari di rientro e misure. Arriva ora dopo l'udienza di lunedì 9 aprile quando la Procura generale di Milano, attraverso la sostituta pg Valeria Marino, ne aveva chiesto il rigetto assieme a un rinvio del procedimento. Il motivo? Non era piaciuta l'intervista televisiva concessa da Stasi alle Iene, andata in onda lo scorso 30 marzo. O meglio, non era piaciuto il fatto che il detenuto star l'avesse rilasciata durante un permesso premio ma senza l'autorizzazione del magistrato della Sorveglianza. Tuttavia i giudici si sono ravveduti sia per «il tenore pacato dell'intervista» sia per «il rigoroso e costante rispetto delle regole» del detenuto.

Stasi, rilevano nell'ordinanza, soffre per Chiara. «Ha tenuto un comportamento in linea con l'accettazione della condanna» nonostante si sia sempre professato innocente e «ha sempre manifestato empatia e sofferenza» per la vittima.

Si tratta di un altro passo verso la completa libertà: per il 41enne, che da tempo lavora fuori dal carcere, è sempre più vicino il fine pena. La nuova inchiesta su Andrea Sempio, indagato a causa delle tracce di Dna trovate sotto le unghie di Chiara, ha convinto i legali di Stati che era arrivato il momento di inoltrare la richiesta.

Nel provvedimento si sottolinea come il «percorso del detenuto è proseguito in maniera regolare» e la capacità di adattamento sperimentata dietro le sbarre lo ha aiutato anche nelle gestione del lavoro all'esterno (iniziato il 23 gennaio 2023) e per i permessi premio, avviati il 15 maggio 2024.

«Entrambi i benefici gli hanno fornito la occasione di socializzazione con persone estranee al contesto detentivo, il che ha comportato il confronto con il senso comune, con possibili processi di stigmatizzazione che, invero, non sono emersi in modo preponderante». Il provvedimento dei giudici si è basato sulle relazioni del carcere e i «costanti contatti» mantenuti da Alberto con l'educatore e lo psicologo di Bollate.

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Avatar di ferr44 ferr44
12 Apr - 17:05
Posso capire la reazione della mamma della povera Chiara, ma si è mai posta la domanda, se Alberto sia, "oltre ogni ragionevole dubbio", il vero colpevole? Io personalmente di "DUBBI" ne ho molti! Come per il caso di Yara o la strage di Erba!
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Avatar di Bambolotto Bambolotto
12 Apr - 13:09
Ingabbiato con prove circostanziali, senza alcun testimone, ma soprattutto movente, indizi dubbi, insomma c'era da pigliare qualcuno, il caso era di rilevanza nazionale, dovevano arrestare per forza il mostro da prima pagina.

Chi meglio del fidanzato?

Andiamo su, meglio un colpevole fuori che un innocente dentro.

In US con un buon avvocato non si sarebbe fatto neppure un giorno di carcere.

Ma qui siamo in italietta, eh già.
Avatar di darien1960 darien1960
12 Apr - 14:04
Negli USA non sarebbe uscito MAI, come solo giusto
Avatar di stevenson46 stevenson46
12 Apr - 15:43
In Italia ci sono molti casi di omicidio ancora irrisolti.

Non si deve cercare un colpevole ma il colpevole, colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. E nel caso di Stasi qualche dubbio esiste, anche secondo i Magistrati che hanno riaperto le indagini.

In un Paese civile "in dubio pro reo".

Meglio un presunto colpevole il libertà che un probabile innocente in carcere.
Avatar di ferr44 ferr44
12 Apr - 17:05
Posso capire la reazione della mamma della povera Chiara, ma si è mai posta la domanda, se Alberto sia, "oltre ogni ragionevole dubbio", il vero colpevole? Io personalmente di "DUBBI" ne ho molti! Come per il caso di Yara o la strage di Erba!
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