Stop mascherine, adesso tocca al Cts. AstraZeneca e J&J: ecco tutte le regole

Questa settimana i tecnici decideranno sulle protezioni all'aperto. Circolare del ministro: sì al siero Oxford per i richiami agli under 60, ma mix raccomandato. Monodose a migranti e clochard

Stop mascherine,  adesso tocca al Cts. AstraZeneca e J&J: ecco tutte le regole

Viva la libertà. Nel caos creativo della campagna vaccinale italiana, da ieri c'è un punto fermo, che potremmo chiamare lodo Draghi: gli under 60 che hanno fatto la prima dosa con AstraZeneca potranno «sottrarsi» al mix di sieri e scegliere di fare il bis con il controverso vaccino anglo-svedese. E presto potrebbero esserci la libertà dalla mascherina all'aperto. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha inviato ieri una richiesta di parere formale al Cts, che dovrebbe riunirsi nei prossimi giorni. Molti i fattori che saranno presi in considerazione: non solo la variabile chiuso-aperto, ma anche l'affollamento del luogo e l'avvenuta vaccinazione. Potrebbe insomma esserci un via libera con se e ma. I timori per la variante delta incoraggiano ancora alla prudenza.

Incertezze sulle mascherine, certezze sui vaccini e sul fatto che il mix vaccinale non sarà obbligatorio. Lo ha chiarito il Cts in un parere allegato alla circolare del ministero della Salute. «Qualora un soggetto di età compresa tra i 18 e 59 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria (...) rifiuti senza possibilità di convincimento il crossing a vaccino a mRNA, il Cts ritiene che, nell'ambito delle indicazioni che provengono dalle autorità sanitarie del Paese e dopo acquisizione di adeguato consenso informato, debba essere garantita l'autonomia nelle scelte che riguardano la salute dell'individuo». Una sconfessione, una marcia indietro che il ministero spiega con la minore frequenza di casi di trombosi nella seconda dose (secondo stime provenienti dal Regno Unito pari a 1,3 casi per milione, meno di un decimo rispetto ai già rari fenomeni osservati dopo la prima dose). E «secondo quanto riferito dal direttore generale di Aifa, a oggi, in Italia, non sono stati registrati casi di Vitt dopo la seconda somministrazione di Vaxzevria». Una novità a cui le regioni iniziano ad adeguarsi in ordine sparso. La prima è stata la Lombardia, che già ieri è tornata a «sparare» AstraZeneca nelle vene degli «obiettori» della vaccinazione eterologa. Del resto secondo il Cts restare a metà del guado vaccinale è esattamente il pericolo che bisogna evitare: «Sulla base delle evidenze disponibili, la protezione conferita da una singola dose (priming) di vaccino Vaxzevria è parziale, venendo assai significativamente incrementata dalla somministrazione di una seconda dose (booster)».

Il Cts ha dato chiarimenti anche in merito al vaccino Johnson&Johnson, raccomandandolo agli «over 60» e a specifici casi in cui l'unica somministrazione garantita dal vaccino americano potrebbe essere fondamentale: «Popolazioni non stanziali e/o caratterizzate da elevata mobilità lavorativa e, più in generale, i cosiddetti gruppi di popolazione hard to reach». Si parla di immigrati, di nomadi, di clochard, di anziani confinati in realtà isolate. Insomma, di «fantasmi» o quasi. Gente che si può sperare di intercettare una volta, certamente non due.

Tra incertezze, dubbi, autogol comunicativi, ignoranza e diffidenza, c'è quasi da sorprendersi che la campagna vaccinale proceda ancora spedita: ieri mattina è stato registrato il superamento di quota 45 milioni di dosi somministrate (per la precisione 45.022.254) con 15.286.319 persone interamente immunizzate.

E quanto sia importante vaccinarsi per sconfiggere il Covid lo mostra anche il report dell'Iss reso noto ieri: «La maggior parte dei casi segnalati al sistema di sorveglianza nelle ultime 2 settimane ha una età compresa tra 19 e 50 anni. Hanno un'età superiore a 50 anni il 27,9% dei casi e meno di 19 anni il 21,9% dei casi». Insomma tra gli anziani, quasi tutti vaccinati, il Covid è quasi scomparso.

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