Roma. L'esame autoptico, gli accertamenti tossicologici, la perizia sulla 500, il calcolo preciso della velocità.
Mentre le famiglie dei cinque morti a Fonte Nuova nel drammatico incidente di venerdì notte piangono i loro ragazzi, le indagini della Procura di Tivoli proseguono. L'inchiesta aperta contro ignoti per omicidio stradale ruota attorno tre punti. I sei amici avevano bevuto alcol alle festa di compleanno, l'auto ha avuto un guasto? Oppure l'ipotesi della prima ora è quella più credibile? Ovvero che l'utilitaria abbia perso aderenza per un «eccesso di massa» a un'andatura tre volte superiore i limiti. In sei su un'auto omologata per quattro a più di 100 chilometri orari.
Per questo chi era alla guida, Valerio Di Paolo si crede, ha perso il controllo all'uscita della curva dopo la parrocchia sulla via Nomentana. Dai due filmati registrati prima e durante l'impatto contro il palo della luce e del platano, inviati in Procura e in attesa di essere periziati ai fini processuali, nessun'altra auto o pedone nelle vicinanze della 500 bianca. Alle 2,30 del 27 gennaio, infatti, la Nomentana era deserta.
Ieri mattina la Procura di Tivoli ha conferito l'incarico all'Istituto di Medicina Legale de La Sapienza per le autopsie sui corpi di Valerio Di Paolo, Alessio Guerrieri, Simone Ramazzotti, Giulia Sclavo e Flavia Troisi, tutti fra i 22 e 17 anni. Migliorano intanto le condizioni di Leonardo Chiapparelli, 21 anni, unico sopravvissuto del gruppo ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva del Sant'Andrea. Leo, però, non ricorda nulla di quella sera. Solo che era con la sua fidanzata Flavia, la più piccola dei sei, a festeggiare i suoi 17 anni. Un bicchiere al bar di fronte al locale trendy della zona, il DK33, poi raggiungono gli altri quattro e con loro partono in direzione Roma. Nessun carosello, sottolineano gli inquirenti, l'auto è passata una sola volta lungo la Nomentana, come documentato dalle telecamere piazzate dal Comune di Fonte Nuova. Due, in particolare, puntate tra l'Ufficio Postale e il civico 609.
Il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, lancia un appello per evitare la diffusione via social di altri video: «Se qualcuno dovesse essere in possesso - si legge su un comunicato - di immagini, ovvero di informazioni utili per ricostruire la dinamica del sinistro, avrebbe l'obbligo, prima ancora che giuridico, morale di prendere contatti con i carabinieri che stanno procedendo o con la Procura. Non vi è alcun elemento (video, dichiarazioni, altro) per offrire possibili ricostruzioni di come sono accaduti i fatti. Il ragazzo sopravvissuto rilascerà dichiarazioni quando i medici lo riterranno». Vale a dire: finché non verranno ufficialmente periziate da un esperto, i frame del sistema di videosorveglianza comunale, gestito dalla municipale e trasmesse in Procura, non costituiscono ancora un elemento probatorio.
Anche se sono chiare: la 500 urta prima contro il marciapiede, abbatte il palo, finisce contro l'albero per poi girare su sé stessa.Si dovrà attendere anche la superperizia per l'esatto calcolo matematico della velocità della 500, basato sul tempo impiegato dall'utilitaria per passare fra una telecamera e l'altra.
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