Strage del Mottarone: tutto da rifare. Cassazione annulla arresti domiciliari

I giudici supremi danno ragione alla difesa dei due indagati

Strage del Mottarone: tutto da rifare. Cassazione annulla arresti domiciliari

Cambia ancora la posizione della giustizia nei confronti dei due manager della funivia del Mottarone, a giudizio per la tragedia costata la vita a 14 persone.

La Cassazione, infatti, ha annullato con rinvio a una nuova sezione, la sentenza del Riesame di Torino, che a ottobre aveva disposto gli arresti domiciliari per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio, dopo che la Procuratrice capo di Verbania, Olimpia Bossi, aveva fatto ricorso contro la scarcerazione disposta il 29 maggio dal gip Donatella Banci Buonamici.

Nerini, titolare della concessione della funivia del Mottarone, ed Enrico Perocchio, direttore di esercizio, accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime, falso e rimozione dei sistemi di sicurezza della funivia, erano stati arrestati subito dopo il disastro insieme al caposervizio Gabriele Tadini. Ma i primi due erano stati scarcerati per mancanza di esigenze cautelari.

Il riesame di Torino, però, aveva nuovamente confermato i domiciliari. Ora la Suprema Corte, dopo il ricorso presentato dai difensori degli indagati, ha annullato la precedente decisione nei confronti di Perocchio, ma limitatamente alla scelta della misura, mentre non si è pronunciata sulle esigenze cautelari e sul quadro indiziario, che quindi sono confermati.

Colpo di spugna, invece, su tutto il provvedimento preso dal Riesame nei riguardi di Nerini. La decisione della Cassazione, che si era riunita venerdì, è arrivata solamente ieri. Ai domiciliari, invece, resta Tadini, che aveva ammesso di aver lasciato inseriti i «forchettoni» sulla cabinovia per disattivare il sistema frenante e aggirare così l'arresto dell'impianto che avveniva di frequente. Era stato l'unico a non essere stato rimesso in libertà dal gip, che però aveva disposto per lui la detenzione nella sua abitazione.

«Il quadro accusatorio regge - ha commentato la Bossi, che da quasi un anno coordina l'inchiesta -. In attesa delle motivazioni della Cassazione, bisogna distinguere le due posizioni. Per quanto riguarda Enrico Perocchio la Cassazione, rinviando per la sola rivalutazione del tipo di misura cautelare da applicare, ha di fatto confermato il quadro indiziario e ha dato esito positivo alla nostra impostazione. Per quanto riguarda Nerini siamo di fronte ad un annullamento con rinvio, anche in questo caso il quadro indiziario regge altrimenti ci sarebbe stato un annullamento senza rinvio».

A quasi un anno dalla tragedia, che ha ucciso 14 persone lasciando in vita solo il piccolo Eitan, di sei anni,

l'attenzione si concentra sull'esito delle perizie, il cui deposito è atteso il 30 giugno prossimo. «Tra poco - conclude la procuratrice - ci spetta un brutto anniversario. Speriamo che la tempistica delle perizie sia rispettata».

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