La strategia "spalle al muro" e l'apertura dei jihadisti. Funziona la minaccia di Bibi

Rapido voltafaccia di Haniyeh dopo i colpi dell'Idf. Il governo israeliano lo bolla come un bluff. E non vuole ritirare i carri armati da Gaza

La strategia "spalle al muro" e l'apertura dei jihadisti. Funziona la minaccia di Bibi
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È venuta sul tramonto mediorientale del giorno della Shoah israliano, mentre dalla zona orientale di Rafah (non proprio dalla città dunque) si alzava una nuvola causata da un paio di proiettili israeliani, i carri armati sul bordo si preparavano a eventuali prossime azioni, gli abitanti delle zone più fitte si avviavano verso le strutture di soccorso preparate da israeliani e americani verso Khan Younis: dopo mesi di tentennamenti con la decisione di entrare nella roccaforte di Sinwar, il capo di Hamas Ismail Hanyeh evidentemente non indifferente all'ingresso israeliano, telefona al presidente del Qatar e gli dice che accetta la tregua proposta dai mediatori egiziani.

È un accordo sulla restituzione di parte degli ostaggi, su cui aveva detto di no alle 16? Quanti? Quando? Chi? Contro quanti prigionieri palestinesi? Non si sa ancora niente. Per ora il governo israeliano annuncia che «è un trucco», una proposta di Egitto e Qatar non concordata. Ma la sorpresa non è piccola: è la prima volta che Hamas accetta l'accordo per un cessate il fuoco e lo fa proprio nel modo in cui aveva previsto Israele, da Netanyahu a Gantz: dietro pressione militare. Il quasi ingresso di Israele a Rafah invece di chiudere porte, come da troppo sempre sostiene il consesso internazionale bloccando Israele, ne sta aprendo di inusitate.

La telefonata di ieri fra Joe Biden e Benjamin Netanyahu deve aver avuto momenti drammatici ma significativi. Bibi potrebbe aver detto a Biden: «Ho cercato di temporeggiare il più possibile, anche perché odio le stupidaggini che dicono su di me, specie sul New York Times, quando sostengono che dei rapiti non importa nulla e che butto per aria le trattative apposta, tenendo in piedi la guerra per restare al mio posto. Avrei voluto aspettare, anche se sapevo che Hamas ci prende in giro con una sadica attesa senza speranza. Ma mi capisci: dopo che ieri i terroristi hanno sparato i loro missili da Rafah, con precisione e con conoscenza della posizione dei nostri presidi militare, e mi hanno ucciso quattro soldati mentre altri 11 sono feriti, mi è difficile evitare l'azione. Era indispensabile dall'inizio. Sarò cauto, cercherò di tenere ancora la porta aperta all'accordo sui rapiti, osserverò più che posso la strada umanitaria, cominciando con lo spostamento della gente in zone sicure. Ma devo eliminare la forza militare di Hamas e quindi entrare a Rafah, cercare i miei poveri rapiti: Sinwar non li rende con le buone e devo anche mettercela tutta per prenderlo». E Biden potrebbe aver risposto: «Ti capisco. Ma sai benissimo che se entri a Rafah io non potrò altro che disapprovarti, come tutto il mondo. Il rischio per la gente non può essere accettato né da me né dai miei elettori. Anche io voglio eliminare Hamas, ma non posso pagare questo prezzo perché ne va del futuro stesso degli Usa e mio personale». Probabilmente nel frattempo Biden premeva sull'Egitto e sul Qatar perché spingessero Sinwar ad accettare. Forza militare da una parte e pressione americana dall'altra, qualcosa si è mosso. Netanyahu deve aver spiegato che spera appaiano i rapiti e si possa smettere di combattere, che si terrà sul margine di Rafah, che punta soprattutto a controllare lo Tzir Filadelfi, la zona cuscinetto strategica al confine con l'Egitto. Se non va a Rafah, come si è visto dal bombardamento su Kerem Shalom, mai gli israeliani potranno tornare a vivere a Sderot e nei kibbutz..

Israele ora è certo che entrare a Rafah era la strada giusta per costringere Sinwar a passi inusitati. Biden può aver detto a Bibi che la guerra può incattivirsi e avrà minacciato di bloccare tutti quei proiettili che per ora non lasciano le mani americane. E Israele ne ha molto bisogno. Netanyahu ha deciso e adesso devono riapparire all'orizzonte i rapiti perché cambi idea. Israele entra ma aspetta, l'America condanna ma poco. Hamas da una parte ha detto agli israeliani «Attenti, non sarà un picnic» ma poi è corso a telefonare accettando qualcosa che non aveva mai accettato.

Finora Sinwar ha impedito la tregua che salvava vite e favoriva Biden. Ora può darsi che stia cercando di salvarsi la vita o di prendere di nuovo in giro tutti quanti. Ma Israele ha le truppe già dentro, e (per ora) nessuna intenzione di spostarle.

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