Sul governo il terremoto Siri. Slitta l'incontro con il premier Conte

Conte aveva annunciato: "Vedo Siri". Ma Palazzo Chigi precisa: "Non domani". E spunta l'ipotesi auto-sospensione

Matteo Salvini e Armando Siri
Matteo Salvini e Armando Siri

Forse non domani, ma dopodomani o nei giorni prossimi. Conte prende ancora tempo per valutare il caso Siri, vera grana che rischia di far esplodere il matrimonio tra Lega e M5S. Lo stesso premier, che si trova in Cina, annuncia per domani l'incontro col sottosegretario indagato per corruzione ("Non ho ancora fissato l'incontro, ma sarà sicuramente il primo giorno utile"), eppure fonti di Palazzo Chigi precisano che il tanto atteso faccia a faccia potrebbe slittare di qualche ora. Difficilmente avverrà lunedì, più probabile "nei giorni successivi" visto che subito dopo il rientro da Pechino il premier ripartirà (martedì) per la Tunisia.

Il redde rationem è atteso da Di Maio e Salvini. Il premier ha avocato a sé la decisione finale, dicendosi pronto a "scollare" dalla poltrona Armando Siri in caso di pollice verso. Il leader della Lega ripete che neppure Conte è una toga e che il suo consigliere economico deve rimanere al suo posto ("Ha la mia totale fiducia, se ha delle responsabilità me lo deve dire un giudice"). Ma il M5S è in pressing: "Prima l'inchiesta per corruzione che vede coinvolto il sottosegretario leghista Armando Siri, adesso l'inchiesta de 'l'Espresso' su un giro di donazioni poco chiare che sarebbero arrivate alla Lega - attacca Manlio Di Stefano - Siamo davanti a presunti giri di fondi oscuri, fatti di corruzione e legami di alcuni personaggi con ambienti mafiosi. È doverosa una spiegazione. E siamo certi che la Lega saprà chiarire i fatti ai suoi elettori".

Il nodo è di quelli difficili da sciogliere. L'approccio "da giudice" che Conte è certo di voler applicare dimostra che alla fine sarà una decisione politica. Lo ha detto lo stesso premier: Siri è solo indagato, mica condannato; però c'è una questione politica che va presa in considerazione. È un po' la linea del M5S: "C'è una gran bella differenza tra garantismo e, diciamola così, paraculismo - è il ragionamento di Di Maio - Per noi se una persona viene arrestata o indagata per corruzione deve lasciare. Se non lascia, lo accompagniamo noi fuori dalla porta". Conte sembra pronto a sposare questa tesi.

Ed ecco allora che nell'orizzonte di Siri si delineano alcune prospettive. La prima è quella delle dimissioni, sempre più vicine anche se la Lega sembra escludere l'ipotesi.

La seconda è quella dell'autosospesione, formula amata dai grillini e il Carroccio potrebbe sperimentare per superare l'impasse. In caso di assoluzione o archiviazione, Siri tornerebbe al suo posto. Il problema è la lentezza della giustizia italiana.

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