"Sulla sua morte soltanto fantasie. E tanti fedeli lo invocano ancora"

Il Cardinale Postulatore della causa di beatificazione ricorda il "suo" Papa: "Non ha mai fatto chiasso ma è nel cuore della gente"

"Sulla sua morte soltanto fantasie. E tanti fedeli lo invocano ancora"

Cardinale Beniamino Stella, lei è il Postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I. Che ricordo personale ha di Papa Luciani?

«Lo avevo conosciuto in piazza San Pietro quando venne a Roma per essere ordinato vescovo. Era il 27 dicembre del 1958, io all'epoca ero seminarista della sua diocesi. Credo che i colori e gli sfarzi della Basilica non fossero il suo mondo. Ma era un uomo obbediente, quindi la chiamata all'episcopato gli sarà un po' pesata! Ma ha saputo accogliere queste chiamate alla volontà di Dio con una grande disponibilità interiore».

Cos'ha provato quando l'ha visto vestito di bianco?

«Il giorno dell'elezione l'ho visto con gli abiti del Sommo Pontefice e mi son detto: Che il Signore lo sostenga, perché la missione sarà grande, sarà difficile. Ma provavo anche un senso di grande speranza perché ho pensato: se Dio gli dà questa croce, gli darà anche i mezzi, la sapienza del governo».

Tutti parlano di lui come il papa del sorriso...

«Ma era anche uomo di governo! Non era solo un uomo bonario: sapeva orientare, sapeva guidare i suoi preti. La scelta che si fece di lui in conclave era una scelta illuminata, anche se Dio poi ha provveduto alla maniera sua, con quell'amara sorpresa che tutti ricordiamo».

Si riferisce alla morte del Papa, dopo trentatre giorni di Pontificato. Tanti ci hanno speculato...

«Le morti improvvise, soprattutto dei grandi personaggi, accendono sempre la fantasia. La morte di un Papa, dopo trentatre giorni, ha scatenato tutto questo, anche a causa di alcune incongruenze che ci furono, a suo tempo, nell'annuncio della morte. Però io credo che sia stata fatta assoluta chiarezza su questa morte improvvisa e anche dolorosa, perché Luciani era un Pontefice che aveva suscitato immense speranze».

Papa Francesco ha voluto incoraggiare questa causa?

«Il Papa l'ha seguita personalmente in questi ultimi nove anni perché era in contatto diretto con la postulazione. Però ha sempre rispettato le procedure. Sul tema del miracolo è stato anche sempre molto prudente: ci ha detto non abbiamo fretta, facciamo le cose per bene. Ha avuto una particolare attenzione anche perché il miracolo (la guarigione nel 2011 di una bambina, ndr) è situato a Buenos Aires e lui conosce le persone coinvolte perché è accaduto quando lui guidava quell'arcidiocesi argentina. Ma è sempre stato rispettoso!».

In Papa Francesco ritrova un po' di Papa Luciani?

«Direi che forse ci sono delle affinità proprio nella vicinanza al popolo di Dio. Giovanni Paolo I da Patriarca di Venezia è sempre stato un vescovo del popolo, della gente, delle scuole, delle carceri. Sempre vicino all'umana sofferenza e alle disgrazie della gente. Mi sembra che Francesco abbia dimostrato in questo una grande somiglianza a Luciani: è un Pontefice sensibile, ha il senso della compassione e mette la gente a proprio agio con gesti e parole, accompagnando chi soffre».

Adesso che Giovanni Paolo I è beato, lo pregherà?

«Lo prego già da tempo. L'ho pregato molto in questi miei anni, mi ha accompagnato e l'ho sempre sentito vicino in tante ore difficili, soprattutto durante il mio servizio alla Santa Sede. Adesso che il Papa ha riconosciuto anche la santità di Luciani, lo pregheremo ancor di più.

Arrivano segnalazioni di grazie, di prodigi. Ne ricevo frequentemente. Lui non ha fatto chiasso ma è nel cuore del popolo di Dio: la gente lo invoca, lo prega per situazioni di malattia, di disagio, di povertà, la stessa che lui ha vissuto quando era bambino».

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