Svolta a Medicina: più posti e nuovo test

Altre 600 matricole e la possibilità di tentare l'esame per i ragazzi della quarta superiore

Svolta a Medicina: più posti e nuovo test

Quei 14.787 posti assegnati alla facoltà di medicina per il 2023 saranno ritoccati all'insù vista la carenza di medici e la grande richiesta degli studenti ad accedere alla facoltà di medicina e chirurgia. Il ministro Orazio Schillaci e la ministra Anna Maria Bernini però sarebbero addirittura tentati di fare «lo strappo» ed eliminare totalmente il numero chiuso che negli ultimi dieci anni ha creato una carenza di organico soprattutto in alcune specializzazioni, come gli addetti ai pronti soccorso. Inoltre ci sarà un anticipo dei tempi della selezione e potranno tentare il test anche i ragazzi al quarto anno delle superiori. Da quest'anno poi saranno due le finestre possibili per il test. Attualmente il tasso di occupazione dei medici è superiore all'83% e solo il 2% abbandona tra il primo e il secondo anno di medicina. Ma trovare il giusto equilibrio tra studenti e futuri medici è difficilissimo. E abolire il numero chiuso sembra più una chimera che una possibilità concreta.

Però una cosa è certa: gli accessi vanno corretti. «I numeri del 10 febbraio sono da considerarsi provvisori e credo si procederà a un ampliamento», ha dichiarato Schillaci. Il motivo? Parte da lontano. «Oggi abbiamo pochi medici - spiega -. Questo è il risultato di una politica sbagliata negli ultimi 10 anni, in cui sono stati ammessi troppo pochi studenti per lunghi anni ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia». Il ministro ha esperienza universitaria che rispolvera per analizzare il fenomeno. «Solo fino a due o tre anni fa venivano ammessi per ciascun anno tra gli 8 e 10mila studenti alla Facoltà di Medicina. Eppure già dieci anni fa la Conferenza dei Presidi della Facoltà di medicina chiedeva insistentemente di portare a 12mila il numero di studenti che vi potevano accedere. In dieci anni, dal 2005 al 2015, oltre 10mila medici hanno lasciato l'Italia per lavorare all'estero». Poi c'è il problema legato alle specializzazioni snobbate dai camici bianchi. «È prioritario intervenire per arrestare quella che possiamo definire una vera e propria fuga da alcune specialità mediche, rese sempre meno attrattive. Nel 2022 sono state tante le borse delle scuole di specializzazioni che non sono state assegnate per mancanza di candidati, un fenomeno che assume dimensioni preoccupanti soprattutto per quanto riguarda l'area della medicina di emergenza e urgenza. C'è da rendere più attrattive alcune specialità, sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista organizzativo e motivazionale».

Anche il ministro dell'università e della ricerca conferma modifiche imminenti. «Entro il mese di aprile si deciderà di ampliare il margine di ingresso a Medicina», ha detto Anna Maria Bernini alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico a Catania. «Sarà allargato non solo il margine di ingresso, ma anche il collo di bottiglia delle specializzazioni. Ma teniamo presente che i nuovi iscritti saranno medici tra 7-8 anni. E dobbiamo anche ragionare anche in una prospettiva di mercato». Bisogna quindi incentivare nuove specializzazioni come l'ingegneria biomedica e la robotica. «Dobbiamo quindi formarli bene - conclude il ministro -, essendo intellettualmente onesti con loro e fare in modo che il mondo del lavoro che incontreranno sia una cosa che già conoscono». Critico sulle modifiche Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed.

«Aprire il numero di accessi a Medicina è un vero e proprio suicidio formativo e professionale. Le Università che non sarebbero in grado di gestire un numero così alto di studenti. Dove si formerebbero questi studenti? Negli stadi o ricorrendo a docenti-ologrammi?».

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