
Il grande piano di Donald Trump rischia di scivolare sulle uova. Per gli Stati Uniti la guerra commerciale potrebbe infatti rivelarsi più complessa del previsto, soprattutto perché non tutto potrebbe andare nel verso giusto. Per esempio, la penuria di uova che sta facendo esplodere i prezzi dell'alimento base della dieta americana creerà certamente problemi. Un pericolo grave soprattutto per Trump che ha costruito parte del suo successo elettorale sulla guerra all'inflazione. Per queste ragioni da settimane aziende e ambasciate americane (in Italia si sarebbe mosso lo stesso ambasciatore Jack Markell, foto) stanno cercando fornitori in mezzo mondo, Veneto incluso.
A rendere noti i primi contatti è stata Confagricoltura Veneto che ha anche spiegato come il contesto per gli Stati Uniti non sia ottimale: «Nel solo ultimo trimestre 2024, negli Usa sono state abbattute 20 milioni di galline ovaiole a causa dell'aviaria, portando a una drastica riduzione della disponibilità di uova e quindi a un'impennata del prezzo che ha raggiunto 8 dollari la dozzina». Secondo i dati del Dipartimento dell'Agricoltura, nel 2024 gli americani hanno consumato qualcosa come 284 uova pro capite, quasi 80 in meno della media Ue. Ma il problema non sono solo i prezzi, va salvato il periodo pasquale dove è previsto un consumo enorme di uova. «In Veneto sono arrivate molte richieste, da Verona a Padova, ma anche noi siamo al limite con la produzione e non possiamo garantire un export all'altezza», dice Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto. Barbetta ricorda che anche il nostro Paese è stato colpito in modo piuttosto duro dall'aviaria: «Dall'autunno sono state abbattute quattro milioni di galline ovaiole su 41 milioni, il 10 per cento del totale, con una perdita equivalente di produzione. Il mercato interno assorbe quasi tutta la disponibilità, e i prezzi sono in aumento, anche se non ai livelli americani».
Secondo i dati di Ismea, nel Nord Italia si concentra quasi il 75% della produzione di uova in Italia, con Veneto in testa (26%) seguito da Lombardia (24%) ed Emilia-Romagna (18%). Confagricoltura Veneto ha fatto sapere che il settore avicolo del Veneto è in grado di produrre circa 2 miliardi di uova l'anno, un numero importante ma il comparto è già sotto pressione. Gian Luca Bagnara, presidente nazionale di Assoavi, parlando al Corriere del Veneto si è detto stupito della telefonata dei funzionari americani, e ha spiegato che i produttori della sua associazione avvieranno un monitoraggio per capire se c'è margine per dare una mano. Qualche giorno fa Ruggero Moretti, presidente del Comitato Uova di UnaItalia, aveva spiegato al Sole 24 Ore che il nostro Paese ha una autosufficienza che raggiunge il 97% del fabbisogno nazionale e che quindi «non c'è disponibilità e non possiamo permetterci forniture aggiuntive».
Oltre all'Italia, gli Stati Uniti hanno bussato a tante altre porte come Spagna, Finlandia e Polonia.
Un primo soccorso è arrivato dalla Turchia, uno dei più grandi produttori mondiali, che ha acconsentito ad aumentare l'export verso gli Stati Uniti. Nei prossimi quattro mesi Ankara invierà 240 milioni di uova, sei volte la quantità esportata nel 2024.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.