La retorica utopica della democrazia diretta passava anche da lì. La selezione dal basso e via web per i candidati politici 5S era uno dei baluardi del grillismo duro e puro, uno di quei passaggi obbligati che - nelle intenzioni di chi lo proponeva - avrebbero dovuto distinguere il Movimento dagli altri partiti. Ora però anche lo storico bastione della "parlamentarie" pentastellate rischia di crollare o quantomeno di essere messo profondamente in discussione. Alla porta, infatti, bussa la realtà: le elezioni del 25 settembre prossimo sono troppo vicine e il rischio è che non ci sia il tempo necessario per organizzare la tradizionale consultazione grillina a colpi di clic.
Nel Movimento la questione sta prendendo consistenza, soprattutto perché la base inizia a chiedere risposte. "Non sono scelte che possono essere dettate dai tempi tecnici, ma sono scelte politiche del presidente", spiegano al Corriere i vertici pentastellati. Ma alcune fonti vicine al partito di Conte descrivono una situazione indefinita, per non dire di caos, anche su questo fronte. Le "parlamentarie", formalmente, sono previste dallo Statuto del Movimento all'articolo 7, lettera A, dunque appartengono a quell'insieme di canoni che i grillini più irreprensibili definirebbero identitari. Intoccabili. Già, ma stavolta qualcosa potrebbe cambiare.
Gli adetti ai lavori del M5S ragionano sulle tempistiche piuttosto incalzanti. Le regole delle parlamentarie peraltro prevedono prevedono che, per prendere parte alla suddetta consultazione, gli aspiranti deputati e senatori presentino il certificato penale, il certificato dei carichi pendenti e il 335 c.p.p. ma solo se a conoscenza di indagini o procedimenti penali a carico. Centinaia di documenti che dovranno essere vagliati nel giro di poche settimane. Le liste dei candidati andranno infatti presentate entro il 22 agosto prossimo. "Forse non ci sono i tempi tecnici, siamo già a fine luglio...", sussurrano voci pentastellate. E c'è già chi si chiede come l'elettorato 5S potrebbe interpretare un'eventuale deroga a questo passaggio. "Si potrebbe chiedere il voto della rete sulle liste per fare in fretta e ovviare", riferiscono altre fonti sondate dall'Adnkronos.
Il rischio, tuttavia, è di far passare l'insidiosa idea che nel Movimento alcune regole siano meno inamovibili di altre, se a deciderlo sono i capi del partito.
Proprio nelle scorse ore, era infatti circolata la notizia di un secco no di Beppe Grillo alla modifica del vincolo dei due mandati e alla prassi della "rotazione". In merito a quei temi, il garante 5S aveva espresso pubblicamente la propria inamovibile posizione. "Sono regole fondative, non si toccano". Che accadrà, invece, sulle "parlamentarie"?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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