Terza dose, prego ripassare. L'urgenza oggi è vaccinare tutti. Lo dice chiaro e tondo un rapporto tecnico del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) reso noto dall'Agenzia Europea per i Medicinali (Ema): «Sulla base delle prove attuali - si legge - non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini a individui completamente vaccinati nella popolazione generale (...). La priorità ora dovrebbe essere quella di vaccinare tutti gli individui idonei che non hanno ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato». Al massimo potrebbero essere «prese in considerazione dosi aggiuntive per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito come parte della loro vaccinazione primaria».
Insomma, vaccinare meno, vaccinare tutti. «Le prove sull'efficacia del vaccino e sulla durata della protezione - scrive ancora l'Ecdc - mostrano che tutti i vaccini autorizzati nell'Ue sono attualmente altamente protettivi contro l'ospedalizzazione, le malattie gravi e la morte legate al Covid-19, mentre circa un adulto su tre nell'UE ha più di 18 anni è ancora attualmente non completamente vaccinato». Quindi non c'è motivo per non immunizzarsi. Semmai è «fondamentale continuare ad applicare misure come il distanziamento fisico, l'igiene delle mani e delle vie respiratorie e l'uso di maschere facciali ove necessario, in particolare in ambienti ad alto rischio come le strutture di assistenza a lungo termine o i reparti ospedalieri con pazienti in rischio di grave Covid-19».
Nulla di nuovo sotto il sole della pandemia. Grazie ai vaccini abbiamo vissuto una quarta ondata davvero fiacca, che mostra già segnali di declino. In attesa del possibile rialzo dei contagi che seguirà la prossima riapertura delle scuole, va messo agli atti che i numeri degli ultimi giorni inducono a un timido sorriso: i 6.761 contagi di ieri sono inferiori ai 7.221 del giovedì precedente. Negli ultimi sette giorni l'incidenza dei contagi è scesa da 77,00 a 73,68 casi ogni 100mila abitanti. I morti conteggiati ieri sono stati 62, con un calo rispetto al giorno precedente (-7) ma un aumento tendenziale: nell'ultima settimana si sono contati 395 decessi, con un aumento del 22,29 per cento rispetto ai 323 della settimana precedente. Sono tornati a scendere i dati ospedalieri: ieri si sono conteggiati 4.760 pazienti Covid-19 ricoverati in ospedale, con un calo di 52 casi in tre giorni: scendono in realtà soltanto i ricoverati in area non critica (4.205, 59 in meno in tre giorni), mentre le terapie intensive sono leggermente più affollate: 555 letti occupati contro i 540 di mercoledì e i 548 di lunedì. Il tasso di occupazione resta comunque sotto i livelli di guardia: il 7,25 per cento dei letti in area non critica (il limite è del 15 per cento) e il 6,13 per cento delle terapie intensive (il limite è 10).
Dati che si riflettono positivamente sulle regioni considerate più a rischio: la Sicilia già in giallo è destinata a rimanerci per almeno altre tre settimane, visto che supera nettamente i primi livelli di guardia per tutti e tre i parametri: l'incidenza dei contagi (190,40 casi ogni 100mila abitanti) è da rosso mentre l'occupazione delle aree non critiche è del 23,07 per cento (limite giallo 15, limite arancione 30) e quella delle terapie intensive al 13,58 per cento
(giallo 10, arancione 30). Si salvano la Sardegna (incidenza a 117,44, terapie intensive all'11,27 ma area non critica al 14,23) e la Calabria (incidenza a 104,33 e area non critica al 17,94 ma terapie intensive all'8,72).
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