Presidente Attilio Fontana, ha appena visto il Cavallino sbancare Monza.
«Pazza vittoria di Leclerc e lucida follia Ferrari in un Gran Premio indimenticabile».
A proposito, come sta Umberto Bossi?
«L'Umberto sta bene, non capisco perché sia stata fatta girare quella bugia».
L'importante è stia bene.
«Ci sarà stato un motivo se qualcuno l'ha fatto».
Un complotto? Intanto si è arruolato nella battaglia della Lega per l'autonomia differenziata.
«Lo vedo e lo sento spesso, lo tengo aggiornato sul cammino della riforma e lui ci dà sempre consigli importanti».
L'autonomia è il dna Lega.
«Si era partiti con roba più sostanziosa: l'asticella più alta del federalismo e per qualcuno addirittura la secessione».
Col tempo siete diventati più buoni.
«Questa autonomia è poco più di un decentramento amministrativo».
Ma se il rischio è di spaccare il Paese in due.
«La dimostrazione di come a sinistra non si faccia politica per risolvere i problemi, ma per speculare e ottenere un posto da qualche parte».
Sarà difficile trovare un'intesa così.
«Un sostenitore di questa autonomia era l'allora presidente di Regione Stefano Bonaccini. E la sua vice era Elly Schlein».
E quindi?
«Quindi oggi sono in assoluta malafede».
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, anche lui un tempo favorevole, in una lettera al «Corriere» giustifica lui e Bonaccini dicendo che «le materie toccate dal ddl Calderoli non erano affatto quelle che poi si sono rivelate nella pratica».
«Non è la legge Calderoli a parlare di competenze, ma la Costituzione. È solo quella che vogliamo applicare».
Sono state raccolte 500mila firme per un referendum che elimini la legge, qui sì che l'Italia si spacca.
«Questo mi preoccupa: i toni che stanno usando e la violenza della campagna sono davvero gravi. Spero se ne rendano conto prima che esploda qualcosa di pericoloso nel Paese. Si fermino».
Questo significa che ci sono già due Italie.
«C'è una parte che guarda al futuro e un'altra che la guarda con odio».
Il vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, il vescovo di Cassano allo Ionio Francesco Savino, definisce la riforma una «secessione dei ricchi».
«Io sono rispettosissimo delle opinioni dei religiosi, ma o non ha letto il testo o si è fatto influenzare da frasi a effetto».
Gli risponda.
«Rispondo con una domanda: «Ma perché?». Me lo spieghi e io ascolterò. Nessuno entra nel merito delle critiche».
Competenze e Lep, i Livelli essenziali di prestazioni che devono garantire a tutto il Paese identici diritti sociali e civili come da Costituzione: faccia un esempio dei vantaggi dell'autonomia?
«Abbiamo subito gli effetti della Finanziaria 2014 del governo Renzi che fissava per le Regioni un tetto alle spese sanitarie pari al bilancio 2014 meno l'1,4 per cento. La Lombardia ha bisogno di personale sanitario che paghiamo con i nostri soldi e non possiamo assumerlo o adeguare gli stipendi: questo ha provocato un disastro».
Ci sono Regioni che spendono troppo.
«Si intervenga su quelle e si lasci in pace la Lombardia che fa bene da sola. C'è il virus respiratorio sinciziale di neonati e bambini: i pronto soccorso sono pieni e noi vorremmo fare una campagna vaccinale, ma non possiamo perché non rientra nei Lea. E la faremmo tutta a nostre spese».
Sulla questione dei Lep anche i vostri alleati di Fi chiedono di aspettare le decisioni del governo e lei risponde di partire con le materie che non li prevedono.
«Non capisco proprio Fi e lei tolga pure il condizionale: la Lombardia non sarebbe pronta, la Lombardia è pronta a partire».
Dichiarazione di guerra.
«La legge Calderoli è stata approvata dalla Camera con 172 voti dopo la discussione degli emendamenti e firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella senza alcun rilievo: non c'è nessun motivo logico, politico e giuridico per non applicare quello che chiede la Costituzione».
Il sindaco Sala dice che le grandi città «che sono il principale traino dell'economia e della giustizia sociale del Paese» non sono state consultate.
«Vuole l'autonomia anche per le grandi città? Sono d'accordo. Lavoriamoci, ma non è che siccome la Costituzione non dà l'autonomia a loro, dobbiamo bloccare anche le Regioni che invece ce l'hanno già. E comunque intanto facciano funzionare le Città metropolitane che sono un fallimento».
Per Sala anche le Regioni non sono un granché.
«Le Regioni hanno grandi capacità e lo hanno dimostrato: se il Paese si è salvato dal Covid è grazie a loro, non allo Stato centrale».
La Lombardia ha i danée.
«Il contrario: i servizi qui costano 3.600 euro a cittadino, 1.200 euro in meno della media delle altre Regioni. E qualcuno arriva a costare 8mila. Moltiplicati per 10 milioni di lombardi, facciamo risparmiare 12 miliardi all'anno».
Raffaele Fitto commissario europeo è cosa buona per la Lombardia?
«È una persona capace che stimo».
Cosa chiedete all'Europa?
«Di ascoltare la Regioni: le richieste sono più concrete e la possibilità di fare il bene dei territori è maggiore».
L'autonomia dovrebbe responsabilizzare i territori, ma la sanità che è competenza regionale al Sud è un disastro.
«Non possiamo fermare la parte del Paese che corre perché lì ci sono politici che non intendono assumersi responsabilità. Al Sud imparino a votare meglio».
Il sindaco Sala chiede un confronto pubblico per discuterne.
«Se Sala è davvero interessato a capire meglio la legge, sono a sua disposizione».
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