Stefano Lo Russo, con 4229 voti, pari al 37% dei consensi, ha vinto le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Torino. Ma la festa per il Pd si ferma qui. Perché è sul fronte dell'affluenza il vero fallimento. I voti complessivi si sono infatti fermati a poco meno di 12 mila, 11631 per la precisione.
E infatti il vincitore, già capogruppo dem nell'attuale consiglio comunale, nel commentare il successo ha sottolineato come l'appeal dem non abbia convinto gli elettori: "È stata una primaria complicata, non ha aiutato la pandemia e anche il caldo, però non bisogna far misteri che sicuramente, soprattutto nelle periferie, l'affluenza è stata sotto le aspettative", ha detto al termine delle votazioni. "I dati saranno utili a capire quali sono i punti di debolezza del centrosinistra - ha aggiunto - soprattutto nella periferia nord l'adesione è stata sotto le attese e questo deve essere un elemento di riflessione per impostare correttamente la campagna elettorale".
"Questo - ha poi scritto su Facebook il professore del Politecnico di Torino - non è un punto di arrivo ma di partenza, ora tutti uniti per portare a casa il vero obiettivo: la vittoria del centrosinistra a Torino". Il nuovo aspirante sindaco ha poi ringraziato gli altri candidati, Enzo Lavolta, Francesco Tresso e Igor Boni "per essere stati avversari corretti e di alto profilo durante le primarie e al Partito Democratico Torino e all'intera macchina organizzativa delle primarie"
Alle spalle di Lo Russo si è piazzato Tresso con 3.932 voti. "Faccio le congratulazioni a Stefano per la vittoria", ha detto dopo lo spoglio. "È evidente che la coalizione di centrosinistra non può fare a meno di una forza civica che sia davvero capace di ampliare il nostro campo di gioco - aggiunge - avvicinando mondi che altrimenti non troverebbero adeguata rappresentanza". "Ringraziamo il sostegno di Sinistra Ecologista che ha creduto nel nostro progetto - ha detto ancora Tresso - e tutte le cittadine e i cittadini che hanno contribuito a questo straordinario risultato. È chiaro che da domani la linea politica deve essere condivisa per trasformare le diverse articolazioni della coalizione in una forza di governo che sappia contrastare e superare la proposta della destra".
Chi pare non essersi accolto dell'affluenza flop è il segretario del Pd Enrico Letta, che si è limitato a un tweet d'ordinanza: "Grazie ai cittadini che hanno partecipato alle primarie a Torino, le prime al tempo del Covid. Grazie ai candidati che hanno animato una bella competizione e complimenti al vincitore Stefano Lo Russo". A lanciare l'allareme è invece Mario Giaccone esponente del Polo civico: "Affluenza non elevata, tre candidati forti, ora la coalizione deve ragionare sulle indicazioni ricevute: il centrosinistra continua a dividersi i voti del centro Città in parti variabili, ma manca il collegamento con le altre zone della città. Dobbiamo lavorare su questo".
A certificare il fallimento dei seggi è stata anche Italia Viva, per bocca dei coordinatori regionali Silvia Fregolent e Mauro Marino: "Le primarie sono uno strumento democratico straordinario, ma il flop di partecipazione registrato a Torino deve far riflettere: decidere una consultazione in piena pandemia con una città allo stremo è stata una scelta controproducente ed autoreferenziale", hanno attaccato. "Questa - hanno poi aggiunto - si è rivelata esclusivamente come una competizione fra candidati che non sono riusciti a parlare alla gente invece che un confronto finalizzato a proporre un progetto nuovo per la Città, credibile e in grado di battere il centrodestra.
Italia Viva aveva ipotizzato da tempo una soluzione alla 'Draghì con l'obiettivo di coinvolgere, in questo momento storico straordinario, un campo allargato di forze politiche e sociali in grado di rilanciare la città dopo 5 anni di assoluto immobilismo. Non abbiamo avuto nessuna risposta ma oggi, con appena 10mila votanti, speriamo che qualcuno abbia finalmente elementi su cui riflettere seriamente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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