Troppi silenzi: Paesi piccoli ma la gente non mormora

Una parte dell'Italia applaude all'arresto in diretta di Messina Denaro, un'altra parte, ancora, tace

Troppi silenzi: Paesi piccoli ma la gente non mormora

Una parte dell'Italia applaude all'arresto in diretta di Messina Denaro, un'altra parte, ancora, tace. Lontano da me ogni desiderio di non rispettare e apprezzare l'atteggiamento di tanti che esprimano per l'accaduto la loro soddisfazione. Ma da inesperto del fenomeno mafioso, fedele seguace del suggerimento dello scrittore Leonardo Sciascia che consigliava di starsene alla larga dai «professionisti dell'antimafia» per lasciare alle forze dell'ordine e ai giudici il compito di assicurare alla giustizia i mafiosi, insomma mi chiedo come sia possibile una così lunga latitanza di Messina Denaro. Da quanto sappiamo, il boss gironzolava in un piccolo paese, qualche viaggio a Palermo e giù di lì, documenti regolari contraffatti, compresa la tessera sanitaria, cure mediche specialistiche, tutto sommato un'esistenza più o meno normale. È possibile, perché? Perché c'è chi non mormora, perché quella terza parte, di cui prima dicevo, silenziosa, conosce perfettamente l'arte perversa dell'omertà. Per alzare questa cortina di silenzio, per cancellare ogni pericoloso mormorio ci devono essere molte persone ben organizzate. Nella nostra epoca, in cui la comunicazione si sviluppa con i più diversi e sofisticati apparati, assolutamente pervasiva e invadente nonostante tutte le password che dobbiamo inserire soltanto a guardare uno di quegli apparati, ecco che a Castelvetrano e nei paesi là vicino si ottiene una totale assenza di comunicazione. La non c'è campo. Inutile, non si sente niente. Oppure si sente il vero spirito della mafia, quello che, appunto, organizza il silenzio nonostante l'ampiezza degli strumenti della comunicazione informatica. Allora, i casi sono due. O a Castelvetrano e dintorni si comunica soltanto urlando da una finestra all'altra delle case e, al massimo, ci si telefona ancora coi gettoni, mantenendo il silenzio sulle cose che contano, oppure si sanno usare così bene telefonini, mail, computer, internet ecc.

da saper organizzare il silenzio, contrastare il mormorio, disorientare o sfruttare i processi comunicativi che si svolgono tra gli inquirenti. Credo sia proprio questa seconda ipotesi a prevalere e a dirci chiaramente che ormai la battaglia contro quella parte di irriducibili omertosi si vince con le armi della tecnologia informatica.

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