Il Nobel per la medicina Gregg Leonard Semenza parlerà lunedì mattina a un importante forum di «cervelloni», (ci sarà anche il ministro Orazio Schillaci), che si uniranno nella sala convegni dell'Irccs San Raffaele di Roma per fare il punto sulla ricerca medica, sempre più tecnologica, più interdisciplinare.
E il titolo della giornata di studi è significativo: «Sistemi complessi in medicina: prospettive future». La nuova frontiera della ricerca italiana è infatti una condivisione di competenze che, messe insieme, portano a scoperte innovative e rivoluzionarie in campo medico. E per far questo non bastano solo gli esperti del corpo umano, ma anche scienziati di matrice diversa, come fisici, chimici, biologi ma anche ingegneri e informatici. C'è bisogno di un lavoro di squadra, poter approcciare la complessità clinica in maniera trasversale da diversi angoli prospettici. Tutto questo passa inevitabilmente dal superamento di barriere territoriali, identitarie e professionali in un'ottica di sinergia e di interdisciplinarietà.
Gli esperti di varie discipline, dunque, si confronteranno per dare risposte a quesiti complessi, quali la progressione neoplastica. Sull'argomento è molto atteso l'intervento di Semenza, genetista americano, professore alla Johns Hopkins University, Nobel per la Medicina nel 2019 assegnatogli per la scoperta di HIF-1, che consente alle cellule tumorali di adattarsi ad ambienti poveri di ossigeno. «Il nostro organismo - aveva spiegato il Nobel in alcune interviste - ospita un sofisticato meccanismo molecolare che, in ogni cellula, regola l'attività dei geni in risposta al variare dei livelli di ossigeno. I processi che regolano l'ossigeno ci stanno permettendo di capire meglio cause e possibili terapie di molte malattie, dall'anemia ai tumori».
E lo scienziato parlerà proprio del ruolo dell'ipossia e dell'attivazione di Hif nella genesi del fenotipo maligno argomentando su come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno, processo biologico la cui narrazione gli è valsa il Nobel e ha posto le basi per la comprensione dei meccanismi di crescita delle patologie neoplastiche. È stato infatti poi dimostrato che scarse quantità di ossigeno permettono al tumore anche di spegnere la risposta immunitaria.
Del ruolo dell'NF-kB, fattore di trascrizione che svolge un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria, nell'infiammazione, nella proliferazione cellulare, così come nel cancro, parlerà invece Matteo Russo, professore dell'Università San Raffaele Roma e responsabile del laboratorio di Patologia molecolare, cellulare ultrastrutturale dell'IRCCS San Raffaele. Concluderà Luciano Pietronero, professore di Fisica alla Sapienza di Roma, presidente e direttore dell'Istituto Cnr dei Sistemi complessi, presidente e direttore della Fondazione Enrico Fermi, che spiegherà il ruolo della fisica in un progetto che integrando appunto conoscenze e dottrine diverse possa condurre alla comprensione della complessità in medicina.
I lavori saranno seguiti anche dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci
introdotto dal professor Enrico Garaci, presidente del Comitato tecnico-scientifico dell'IRCCS San Raffaele, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca e Vilberto Stocchi, rettore dell'Università San Raffaele Roma.
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