Grandi manovre nel Mediterraneo orientale, dove si temono pesanti escalation del conflitto tra Turchia e Grecia provocato dalle trivellazioni condotte da Ankara in fondali rivendicati da Grecia e Cipro, e che non solo questi ultimi Paesi ma l'intera Ue considera illegali.
Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nel corso di una manifestazione organizzata a Malazgirt, nella provincia di Mus, ha tuonato contro Atene, ribadendo che «la Turchia farà valere i propri diritti tanto nel Mediterraneo, che nel Mar Egeo e nel Mar Nero» e mettendo in guardia i rivali dal compiere qualsiasi azione che potrebbe provocare un incidente militare nel Mediterraneo orientale e quindi «la loro rovina». Secondo Erdogan le trivellazioni sono perfettamente legittime perché quelle aree sono turche. «Non accetteremo mai compromessi su ciò che è nostro», ha detto Erdogan invitando la Grecia a «farsi da parte» nelle aree contese e ammonendo «coloro che oggi non meritano nemmeno di essere gli eredi di Bisanzio» che «si nascondono dietro gli europei per agire come pirati che ignorano la legge. È ovvio che non hanno imparato le lezioni del passato». Tutto ciò mostrando i muscoli: «Tutto il mondo ormai vede che la Turchia non è più un Paese di cui si può mettere alla prova la pazienza, la determinazione, i mezzi e il coraggio». Diplomazia? Chiusura totale.
La Grecia da parte sua non appare remissiva e anzi ieri ha annunciato l'intenzione di estendere le sue acque territoriali di 6-12 miglia nautiche nel Mare Ionio, al largo della sua costa occidentale, come esercizio di un «diritto sovrano inalienabile», previsto dall'articolo 3 della Convenzione sul diritto marittimo. E ieri ha preso il via a Sud di Cipro, nel Mediterraneo orientale, l'operazione Eunomia 2020. Si tratta di esercitazioni congiunte delle forze armate di Grecia, Cipro, Francia e Italia che, secondo il ministro della Difesa greco Nikos Panagiotopoulos, andranno avanti fino al 28 agosto proprio nella zona di mare teatro delle tensioni con la Turchia. Le manovre rientrano nerlla Quad (Quartet Cooperation Initiative) e hanno «l'obiettivo di dimostrare l'impegno dei quattro Paesi europei del Mediterraneo per lo stato di diritto nel quadro di una politica di de-escalation delle tensioni». «È necessario un approccio bilanciato per la ricerca di una sempre maggiore cooperazione e dialogo tra le parti», il commento del ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini.
Buone intenzioni che però non abbassano l'asticella della tensione. Anche la Nato, per bocca del segretario generale Jens Stoltenberg, ha espresso preoccupazione «per la situazione nel Mediterraneo Orientale.
Quello che serve è de-escalation e dialogo. Sia la Grecia che la Turchia sono importanti alleati Nato da molti anni e dobbiamo trovare un modo per risolvere la situazione, basandoci sullo spirito della solidarietà tra alleati e sul diritto internazionale».
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