
«Di fronte alla «guerra commerciale più stupida della storia, come l'ha definita il Wall Street Journal, l'Unione europea deve rispondere ai dazi di Trump mettendo sul tavolo un'arma di deterrenza», dice Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa. Quale? «Tassando le big tech Usa».
Trump ha definito l'Unione europea un nemico a livello commerciale. Quali le conseguenze se dovesse andare fino in fondo con i dazi?
«Trump ha sempre sostenuto che l'Ue è nata per approfittarsi degli Stati Uniti. Una guerra dei dazi come quella che ha annunciato contro i suoi stessi alleati, inventando false giustificazioni, porterà solo a inflazione e minore crescita per tutti. L'Europa deve reagire e mettere in campo misure di deterrenza, spiegare a Trump che oltre a essere insensata, questa guerra rischia di fare molti danni anche alle aziende che lo sostengono».
Quale deterrente potrebbe essere davvero efficace?
«Trump dice che l'Europa ha un surplus commerciale con gli Stati Uniti. Cioè che noi esportiamo più di quanto importiamo, e questo è un dato di fatto. Ma è solo un pezzo della storia dei rapporti economici tra America ed Europa. Se consideriamo invece i servizi digitali delle big tech, per esempio, il discorso cambia radicalmente. Il consumo di questo tipo di servizi è enormemente cresciuto, anche con il Covid, ed è uno scambio che va tutto a vantaggio degli Usa».
Scambio che non rientra nel calcolo del surplus rivendicato da Trump.
«Sì, perché non si tratta di beni materiali che vengono commercializzati, ma pensiamo solo a Google, a Chat Gpt, a tutte le piattaforme streaming: sono utili che vanno in America. In più, ed è colpa nostra, quelle aziende sono basate in Irlanda, dove pagano poche tasse».
Perché la minaccia di tassare i colossi big tech dovrebbe essere un deterrente?
«Perché i capi di queste aziende sono tutti finanziatori di Trump. L'Europa può mettere in campo la minaccia di una leva fiscale, come la web tax, di una leva antitrust, o di una regolamentazione sugli algoritmi. Questi signori hanno un rapporto diretto con Trump. Bisogna spiegare loro che l'Europa non ha intenzione di restare immobile mentre finanziano una politica che deliberatamente annuncia di voler danneggiare l'economia europea. Trump non solo ha annunciato una guerra commerciale ma ha anche affermato un'ostilità politica verso l'Ue. Dovremmo alzare le mani e lasciarci fare del male?».
Dovrebbe essere il governo Meloni a portare in Europa questa proposta?
«Mi auguro che l'Italia metta da parte l'illusione di essere un Paese prediletto da Trump e che reagisca, anche perché è tra gli Stati che verrebbero più colpiti dai dazi.
Porterò all'attenzione del Parlamento una mozione da sottoporre a tutte le forze politiche per impegnare l'Italia a premere affinché l'Europa chiarisca a Trump che, di fronte a una guerra commerciale dichiarata, è pronta a difendere la propria economia».
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