Ultima accusa sull'assegno unico. Ma la misura è di Conte e Draghi

Roma deferita sul sussidio: via per i comunitari l'obbligo di essere residenti da due anni. La commissione: "Europei discriminati". Fonti Inps: chiedono agevolazioni

Ultima accusa sull'assegno unico. Ma la misura è di Conte e Draghi
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Ogni giorno una legnata da parte della Commissione europea, che viene strumentalizzata per attaccare il governo Meloni.

Sembra quasi una strategia, dopo il no degli europarlamentari di Fratelli d'Italia all'Ursula II. Prima la libertà dell'informazione e altre temi alimentati da bolle mediatiche. Adesso il deferimento alla Corte di giustizia Ue per l'«Assegno unico e universale per i figli a carico». Peccato che questa volta i governi «responsabili» siano quelli precedenti, Conte II e soprattutto Draghi, osannato come il massimo lume dell'Europa. Il ministro maggiormente coinvolto era Elena Bonetti, ex esponente del Pd, che aveva la responsabilità delle Pari opportunità e Famiglia. Ora è deputata di opposizione eletta nelle liste di Azione-Italia Viva.

Ieri la Commissione di Bruxelles ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea sostenendo che non sono stati rispettati i diritti dei «lavoratori mobili di altri Stati membri dell'Ue» per le prestazioni familiari. In pratica viene erogato l'assegno unico per i figli a carico non solo a chi è residente in Italia, al momento della domanda, ma bisogna esserlo da due anni. Una regola che vale per gli italiani, i cittadini europei oppure gli stranieri di Paesi extra Ue, a parte alcune eccezioni come i profughi di guerra dall'Ucraina.

Secondo la Commissione Ue, i due anni di residenza richiesti, sono una discriminazione in base ai regolamenti di equo trattamento di tutti i cittadini dell'Unione europea. «Bisogna avere un radicamento sul territorio nazionale - spiega al Giornale una fonte dell'Inps che eroga l'assegno - In pratica da Bruxelles chiedono un'agevolazione per i cittadini comunitari. La contestazione non riguarda minimamente gli stranieri extra Ue».

Non stiamo parlando di noccioline se guardiamo i numeri totali. La spesa stimata per i il 2024 è di 20 miliardi. Da gennaio a maggio sono 6.158.863 le famiglie che hanno chiesto l'assegno per 9.756.844 figli. Per ogni figlio a carico dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni d'età si può ottenere il contributo che varia da un massimo di 175 euro a un minimo di 50 al mese, a seconda delle condizioni economiche del nucleo familiare. La norma dell'Assegno unico risale al 2021 e l'applicazione al 2022, governo Draghi, ma l'aveva messa in cantiere il Conte II. «La problematica era stata fatta presente ai precedenti governi, che non hanno colmato il vuoto normativo spiegano dall'Inps. L'esecutivo Meloni ha ereditato il nuovo assegno e Bruxelles aveva prima aperto una procedura di infrazione lo scorso novembre per poi deferire, ieri, l'Italia alla Corte europea di giustizia. Non è un caso che la Cgil canti vittoria in nome dei «cittadini comunitari e non».

L'assegno per i figli viene erogato anche agli extracomunitari, che risiedono nel nostro paese da almeno due anni, non continuativi, «oppure in alternativa» devono «essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale». E avere almeno un permesso di soggiorno di lungo periodo.

Dall'Inps fanno notare che «diamo l'assegno a tutti, secondo i requisiti previsti senza alcuna discriminazione di nazionalità». Un esempio sono le 43.241 domande accolte di nati in Tunisia, che risiedono in Italia, per un totale di assegni familiari erogati che ammonta a 180 milioni di euro.

Il senatore della Lega, Claudio Borghi, esagera su X: «Nel caso non si fosse capito in pratica vogliono che diamo l'assegno unico anche a tutti quelli appena arrivati col barcone».

Il contenzioso sollevato dalla Commissione europea riguarda

solo i cittadini comunitari, ma chi sbarca illegalmente in Italia e poi ottiene il permesso di soggiorno di lungo periodo trovandosi un lavoro, anche solo per sei mesi, può fare richiesta dell'assegno per i figli a carico.

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