Un caos del genere nelle università americane non si vedeva dai tempi della guerra in Vietnam. Manifestazioni, picchetti e accampamenti in almeno 55 campus universitari, cariche della polizia, minacce, ritorsioni e oltre 900 arresti in giro per gli States, con il solito corollario di polemiche per l'eccessivo uso della forza della polizia. Ma le proteste contro Israele e pro Palestina stanno deflagrando anche in Europa. Dopo le manifestazioni in Italia, l'epicentro del caos è la Francia dove occupazioni, sgomberi e polemiche hanno toccato anche le prestigiosissime facoltà di Science Po a Parini e la Sorbona.
Una mobilitazione divampata negli Usa dopo le prime proteste alla Columbia e poi diffusa in tutto il Paese con tanto di episodi di intolleranza contro studenti di fede ebraica a cui vengono imputate colpe che, evidentemente, non possono avere. E polemiche anche per il ruolo dei finanziatori degli atenei, con un fiume di denaro che arriva soprattutto da un interessatissimo Medioriente. E se non bastasse, il tutto alla vigilia di una tornata elettorale che si preannuncia bollente.
Ieri ad Harvard, una delle più celebri e prestigiose università americane, gli studenti che protestano hanno tolto la bandiera americana e l'hanno sostituita con quella palestinese. «Una violazione delle regole dell'università e gli individui responsabili andranno incontro ad azioni disciplinari», hanno spigato i responsabili dell'università. Tensione altissima anche alla Columbia di New York, con gli studenti che continuano a restare accampati e i vertici dell'ateneo che hanno dato un ultimatum: o sgomberate o sarete sospesi con la polizia pronta a intervenire. Di contro gli studenti hanno replicato che non firmeranno nessuno degli accordi proposti e resteranno dove sono. Studenti che continuano ad assicurare la natura pacifica della loro protesta ma non mancano episodi di intolleranza e incitazioni all'antisemitismo. Anche a Yale sono tornate le tende al centro del campus dopo un primo sgombero dei giorni scorsi. Alla George Washington University, a pochi isolati dalla Casa Bianca, chi è rimasto accampato è stato sospeso e gli sarà impedito l'ingresso al campus, dopo che venerdì scorso la polizia si era rifiutata di intervenire per lo sgombero. Ma la situazione è complessa ovunque, anche nei tempi dell'istruzione made in Usa come il Mit o il Boston college dove sono stati arrestati ben 118 studenti. E la questione è diventata ovviamente anche politica con il presidente Biden nel mirino e costretto ad appoggiare le proteste pacifiche pur condannando gli episodi di estremismo.
Il caos anti Israele ha attraversato l'Oceano e sta deflagrando anche in Francia. Dopo l'occupazione a Science Po di Parigi, uno degli atenei più prestigiosi del Paese dove ci sono stati pesanti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine che hanno sgomberato l'istituto, ieri è esplosa la protesta anche alla celebre Sorbona. Qui si sono radunati decine di studenti, alcuni dei quali hanno montato tende e piazzato una enorme bandiera palestinese a terra. La polizia ha sgomberato gli attivisti senza troppe remore con i video che hanno fatto da subito il giro del web contribuendo ad alzare ancor la temperatura. «La Sorbona resterà chiusa nel pomeriggio per decisione del rettorato», è stato comunicato dai vertici scolastici. Annullati i corsi e gli esami in programma.
E c'è grande preoccupazione per giovedì, quando ai cortei per il primo maggio è prevista l'infiltrazione di manifestanti pro Palestina con le forze dell'ordine e i cittadini parigini che temono scontri anche violenti. La guerra, quella vera, resta lontana. Ma tra rabbia spontanea e manovrata, dagli Usa all'Europa, adesso sembra ancora più vicina.
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