Vaccini, l'Italia corre in Europa. E c'è il rilancio sulle terze dosi. "Ora valutiamo l'ampliamento"

Mario Draghi applica il whatever it takes alla pandemia. E a chi critica l'obbligo green pass e le misure di contenimento fa notare che "dopo 132mila morti bisogna fare in coscienza tutto il possibile e quello che è necessario"

Vaccini, l'Italia corre in Europa. E c'è il rilancio sulle terze dosi. "Ora valutiamo l'ampliamento"

Mario Draghi applica il whatever it takes alla pandemia. E a chi critica l'obbligo green pass e le misure di contenimento fa notare che «dopo 132mila morti bisogna fare in coscienza tutto il possibile e quello che è necessario» durante il suo intervento alla Camera. Il premier osserva che «la curva epidemiologica è sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini» e grazie anche al fatto che «in Italia, la campagna procede più spedita della media europea. A oggi, l'86% della popolazione sopra i 12 anni ha ricevuto almeno una dose e l'81% è completamente vaccinata». Un risultato raggiunto «negli ultimi tre mesi e mezzo» visto che «a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale». La parola chiave per Draghi è «gradualità» altrimenti, ammonisce, la curva si rialza come in Uk.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza annuncia che sono già state somministrate «oltre 700mila terze dosi» aggiungendo che «l'evidenza scientifica ci porterà a valutare la terza dose anche per altre categorie». La campagna accelera. Ieri il generale Francesco Paolo Figliuolo ha diramato una circolare esplicativa che chiarisce come procedere con la somministrazione dei richiami a sei mesi dalla seconda dose, sollecitando le regioni affinché procedano «con immediatezza ad effettuare i richiami vaccinali in parallelo a tutte le categorie indicate» oltre agli over 80 e gli ospiti delle Rsa anche gli operatori sanitari, a cominciare dagli over 60 anni e dai fragili ma anche per tutti i soggetti al di sopra dei 60 anni. Nella strategia della terza dose sono inclusi anche tutti gli over 18 anni in condizione di fragilità. L'unica condizione da rispettare, ricorda Figliuolo, è l'intervallo di sei mesi dalla seconda dose. Visto che la platea da vaccinare si allarga Figliuolo sollecita le regioni e le istituzioni locali a coinvolgere di più la medicina territoriale invitando a ricorrere in modo «sempre più sistematico e strutturato alla medicina del territorio, con il coinvolgimento più ampio possibile dei pediatri di libera scelta, dei medici di medicina generale e dei farmacisti». Insomma per il generale occorre far convergerne tutte le forze sulle vaccinazioni «in una fase in cui, con la sovrapposizione dei cicli primari, dei richiami e della vaccinazione antinfluenzale, può diventare ulteriore valore aggiunto il rapporto tra cittadini e i medici e le strutture sanitarie ordinarie del territorio». Le regioni, avverte il generale devono agevolare il lavoro delle farmacie in modo che «possano continuare a effettuare i tamponi antigenici rapidi oltre gli orari di servizio e nelle giornate di chiusura» e possano eseguire i tamponi «anche nei casi in cui i soggetti non si siano prenotati». Da parte della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), ci sarà la massima disponibilità «per rendere un servizio ancora più efficace ed efficiente».

Anche l'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità conferma l'efficacia dei vaccini. I vaccinati deceduti per Covid19 hanno un'età media più alta (85,5 vs 78,3) rispetto ai non vaccinati, e anche il numero medio di patologie osservate è significativamente più alto in questo gruppo (5,0 vs 3,9 patologie pre-esistenti).

Sulla questione dell'obbligo per gli operatori sanitari si è espresso il Consiglio di Stato: ieri è stata pubblicata la

sentenza con la quale ha respinto l' istanza di alcuni medici, paramedici, farmacisti e parafarmacisti ed altri operatori sanitari della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia confermando l'obbligo vaccinale conto il Covid.

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