Il "vai e torna" della sinistra sulle piazze anti americane

La politica è soprattutto cogliere lo spirito dei tempi e dotarsi degli strumenti più adatti a sostenere la propria sicurezza e i propri valori

Il "vai e torna" della sinistra sulle piazze anti americane
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Avvolgiamoci tutti in una bandiera dell'Europa e andiamo in piazza per ribadire l'importanza della Unione e dei suoi valori. Poi difenderemo l'Ucraina trattenendo il fiato fino a che non diventiamo rossi dallo sforzo. Infine lanciamo una offensiva anti Russa ricca di epiteti coloriti che faranno davvero impallidire lo Zar Putin.

I cinquanta minuti di grottesco show andato in onda nello Studio Ovale, attraversando l'oceano Atlantico, rischiano di trasformarsi da tragedia in farsa. E la misura di quanto certa politica si discosti dalla realtà e' data dalla qualità della risposta a ciò che è accaduto. È indubbio che Trump abbia sovvertito in un giorno le centenarie regole della diplomazia, così come sono comprensibili lo sconcerto, il disorientamento, il disappunto per una America che non solo vuol dettare la sua linea senza consultarsi con gli alleati, ma è pronta addirittura a chiedere, anzi, pretendere, sacrifici da un alleato in difficoltà, come Zelensky, pur di difendere quelli che considera propri interessi. Potremmo discutere a lungo, esperti più blasonati di me lo stanno facendo, sul perché di questa scelta e sulla sua ineluttabilità: gli Stati Uniti non possono permettersi di affrontare insieme Cina e Russia alleate nello scontro prossimo venturo che ridisegnerà il mondo. E allora dividere Mosca da Pechino diventa un imperativo assoluto a cui anche il Presidente Ucraino deve pagare un prezzo. Ma non è questo il principale punto che riguarda la nostra politica e il nostro continente. Nella scala graduata della indignazione per quanto accaduto, la sinistra italiana svetta su tutti e lancia la sua piattaforma politica fatta di piazze, slogan e bandiere.

L'unica cosa che sembra scomparsa è il famoso grido: «Yankee go home», perché oggi, paradossalmente, la paura è che venga preso sul serio e se ne vadano davvero, lasciandoci soli a difendere le nostre idee. Di tutta la stucchevole sceneggiatura dello scontro trasmesso in mondovisione, la sinistra pare dimenticare la frase centrale del Presidente Trump, quella che denota la sua filosofia: «Per sederti ad un tavolo e dire la tua, devi avere le carte per farlo». Una visione cinica, senza dubbio, ma ormai piuttosto chiara: gli Europei l'avevano già sentita a Monaco dalle parole del Vicepresidente Vance, che di questo approccio si è dimostrato ancora una volta alfiere agguerrito. Di fronte a questo cambio di scenario, di paradigma, mi sarei aspettato da chi, più di ogni altro, rivendica un ruolo da protagonista per l'Europa una proposta coerente con gli strumenti necessari per difendere quel ruolo. Incredibilmente sta avvenendo il contrario: le piazze chiamate dalla sinistra sono il concentrato degli slogan che hanno reso quasi irrilevante il ruolo di Bruxelles e dei nostri paesi. Per stare realmente al fianco di Kiev anche se vi fosse un disimpegno americano servirebbe un vero esercito europeo. Le piazze indignate della sinistra però voteranno contro ad ogni decisione di incrementare le spese per gli armamenti. Non si parli poi di aumentare gli effettivi dei nostri eserciti e men che meno di mandarli, a qualsiasi titolo, verso una linea del fronte.

Un altro esempio, tra le centinaia che potrei fare, riguarda l'energia: per essere una potenza mondiale serve una autonomia e una capacità di produrre corrente elettrica che non dipenda da altri. Dunque, saremmo portati a credere che la sinistra sarà a favore di un rapido ritorno al nucleare, e, prima ancora, ad aumentare la capacità delle nostre fonti fossili. Manco per idea, ascoltare i leader rosso-verdi per credere.

La politica è soprattutto cogliere lo spirito dei tempi e dotarsi degli strumenti più adatti a sostenere la propria sicurezza e i propri valori. È più si è convinti di essere dalla parte giusta della storia, più dovremmo investire su quelli strumenti. Per ora le piazze della sinistra hanno prodotto solo uno schizofrenico cambio di slogan rispetto agli anni 70. Ora la parola d'ordine è diventata: «Yankee come back».

Cari Americani, non andatevene, state qui, non per sostenere le vostre idee, il vostro ruolo, i vostri interessi, ma per sostenere il nostro punto di vista. Perché noi siamo bravissimi a difenderlo a parole e nei cortei, ma quando dalle parole si passa ai fatti, le nostre idee le devono difendere soldi e Marines a Stelle e Strisce.

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