Dopo la notizia della presunta malattia del Papa, oggi si parla di complotti contro Francesco. Perché secondo te è tornato questo clima che ricorda il Vatileaks?
«Secondo me bisogna fare un distinguo importante: il Vatileaks ha riguardato l'ultima parte del pontificato di Benedetto XVI e sono usciti molti documenti sulle attività della curia. Erano documenti autentici che evidenziavano problematiche di diverso tipo, di natura finanziaria, di interessi opachi, di giochi di potere. Qui il Vatileaks non c'entra nulla, qui siamo al tiro al piattello contro un Pontefice che ha fatto della povertà il verbo con la «v» maiuscola del suo pontificato. Stiamo vivendo inermi una diffusione di notizie false, di una bufala sulla malattia del Papa. Il Vatileaks si basava su documenti veri, qui ci troviamo di fronte a storie che non hanno alcuna filigrana».
Secondo te chi vuole indebolire il Papa?
«Credo che ci sia una chiara convergenza di ambienti interni ed esterni alla chiesa. Una saldatura tra l'esterno e gli ambienti più conservatori della Chiesa stessa che mal digeriscono queste aperture di Jorge Mario Bergoglio sulla dottrina. La saldatura tra questi mondi trova radici e nutrimento negli Stati Uniti d'America oltre a quegli ambienti curiali che vogliono ostacolare le riforme avviate con grande difficoltà da Papa Francesco».
Sembra esserci una sequenza precisa di attacchi contro Francesco…
«Sì, una sequenza con Mons. Krzysztof Charamsa che ha posto l'attenzione su un problema vero (l'omosessualità nella Chiesa, ndr), ma che lo ha fatto nel peggiore dei modi. Poi la famosa lettera dei cardinali durante il Sinodo e poi questo fatto della malattia del Papa. Magari è sbagliato dare a questi fatti un'unica matrice ma di certo è espressione di un disagio profondo».
E il Papa secondo te come sta vivendo questo momento?
«Penso che Francesco se ne freghi abbastanza: quando lui è stato eletto Papa, chiunque gli sottoponeva questioni di veleni e di scontri, lui diceva: “Guardiamo avanti”. Lui ha sempre cercato una disattenzione rispetto alle pochezze di questi elementi di disturbo. A lui interessa andare in Cina, un viaggio che ha un valore pastorale assoluto».
Il prossimo 10 novembre uscirà il tuo nuovo libro sul Vaticano. Cosa dobbiamo aspettarci?
«Del libro posso soltanto dire che metterà in luce ciò che Francesco ha trovato in Vaticano e che ha contribuito alle dimissioni di Benedetto XVI. E poi la lotta quotidiana estenuante che il Papa, tra mille ostacoli, porta avanti per attuare le riforme. Leggendo oggi il mio libro, interpreto in maniera più completa i fatti che stanno accadendo».
Il titolo è già definito?
«Il titolo sarà “Via Crucis” e uscirà in 7 lingue e 23 Paesi, in Italia sarà edito da Chiarelettere. Sarà un volume che si documenta su atti ufficiali».
Anche questa volta pubblicherai documenti riservati?
«Sì, anche questa volta».
Dopo il tuo libro dobbiamo aspettarci un altro scenario simile a quello del dopo Vatileaks?
«Il primo libro “Vaticano SpA” ha accelerato le dimissioni di Caloia dalla presidenza dello IOR e dopo 20 anni è stato mandato a casa. Oggi scopriamo che ci sono indagini a suo carico per la svendita del patrimonio immobiliare della banca vaticana. Dopo “Sua Santità”, molti nomi presenti in quel libro sono stati messi ai margini dentro al Vaticano.
Questo nuovo libro spero che possa aiutare a cacciare definitivamente i mercanti dal tempio, con delle chiare regole: si basa su documenti e non tocca la questione della fede. Non è un libro anticlericale, perché io non lo sono; pensa, la mia maestra era la nipote di Papa Luciani e nei pomeriggi a scuola ci raccontava sempre di questo zio diventato Papa!».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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