"Verdini è malato, non può stare in cella". Sconterà sette mesi di pena ai domiciliari

L'ex senatore è tornato a casa, con l'assenso dei periti dell'accusa. Ma la sua situazione clinica sarà rivalutata

"Verdini è malato, non può stare in cella". Sconterà sette mesi di pena ai domiciliari
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Sette mesi di domiciliari per motivi di salute. Poi, se la salute lo permetterà, Denis Verdini potrebbe tornare in carcere. Quella del tribunale di Sorveglianza ha più il sapore di una concessione che di una certificazione delle condizioni psico-fisiche di un uomo di 73 anni affetto da diverse patologie documentate. Ma è pur sempre una vittoria. Innanzitutto perché la procura generale di Firenze aveva chiesto che l'ex coordinatore nazionale di Forza Italia rimanesse a regime detentivo nel centro clinico del carcere «Don Bosco» di Pisa dove - a suo dire - era assistito e curato più che adeguatamente. E poi perché da ieri Verdini si trova finalmente nella sua villa di Pian dei Giullari sulle colline intorno al capoluogo toscano. D'altronde, non era soltanto la difesa dell'ex parlamentare di Ala, rappresentata dall'avvocato Massimo Rocchi, a sostenere l'incompatibilità col carcere, bensì soprattutto il professor Carlo Rostagno, perito nominato dal tribunale di sorveglianza di Firenze, secondo cui i malanni di Verdini sono di difficile gestione in una struttura carceraria. Stessa conclusione medica a cui era giunto anche Pierluigi Stefàno, direttore di cardiochirurgia e consulente della difesa. Insomma, lì, in quel centro clinico, Verdini rischiava la vita ogni giorno. E così, nella parabola dell'onorevole del partito fondato da Silvio Berlusconi, si aggiunge un nuovo capitolo. Dopo la sentenza della Cassazione del novembre 2020, che aveva reso definitiva la condanna per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino di cui è stato presidente per un ventennio, Verdini era stato trasferito nel carcere romano di Rebibbia, ma poi, a causa dell'emergenza Covid, aveva beneficiato dei domiciliari. Domiciliari revocati però nel febbraio scorso su richiesta della procura generale di Firenze e sulla base di tre episodi di presunta evasione dalla sua dimora. Quindi il rientro nel penitenziario fiorentino di Sollicciano da dove alcune settimane fa era stato trasferito al centro clinico del Don Bosco di Pisa per ricevere cure adeguate al suo stato di salute. Adeguate, ma non sufficienti.

Verdini sta scontando una pena cumulativa di 15 anni e 10 mesi per tre condanne definitive: 6 anni per bancarotta nelle vicende del Credito Cooperativo Fiorentino; 5 anni e 6 mesi per il fallimento della Società Toscana Edizioni; 3 anni e 10 mesi per il fallimento di un'impresa edile di Campi Bisenzio (Fi).

Fine pena nel gennaio del 2036, all'età di 85 anni. Un orizzonte lontanissimo. Prima, esattamente tra 7 mesi, il tribunale di sorveglianza, che dovrà valutare se rispedire Verdini in cella o meno, scriverà l'ennesima pagina.

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