Vietato giocare a carte. Le bocce? Disinfettate

Poi dice che uno va a prendersi uno spritz ai Navigli o al Pigneto

Vietato giocare a carte. Le bocce? Disinfettate

Poi dice che uno va a prendersi uno spritz ai Navigli o al Pigneto. Le regole contenute nelle «linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive» dello scorso 22 maggio e relative alle attività «liberalizzate» da ieri sono sulla carta talmente cervellotiche da far sorgere il sospetto che siano state redatte da qualcuno che abbia evitato con cura ogni fonte di svago per tutta la vita. Parchi divertimento in cui non ci si diverte, circoli ricreativi in cui non ci si ricrea, sagre sì ma della paranoia.

È un'Italia che diventa Lineeguidopoli, un luogo asettico e noioso, praticamente infrequentabile quello descritto nelle 36 pagine in cui sgocciolano le prescrizioni. Un Paese molto diverso da quello che sta mettendo fuori la testa in questi giorni, affollato di persone stanche di mascherine e gel igienizzanti ma ansiose di recuperare la propria libertà.

Prendete un anziano scampato al Covid che si rechi nella bocciofila a trascorrere il pomeriggio con gli amici. Il suo obiettivo è sfidare i compagni a raffa e godere dell'ombra garantita dall'incannucciato che protegge teste glabre o canute. Per riuscirci però il poverino deve indossare la mascherina sempre al chiuso e se possibile anche, farsi misurare la febbre all'ingresso, essere disposto a lasciare traccia della sua presenza per quattordici giorni. A un certo punto l'omino deve pur toccare le bocce, ma il legislatore prescrive di «adottare modalità organizzative tali da ridurre il numero di persone che manipolano gli stessi oggetti, ad esempio predisponendo turni di gioco a squadre a composizione fissa». Insomma, Gaetano e Pino sfidano sempre e solo Mario e Ambrogio. E il distanziamento? Beh, chi è abituato a valutare a occhio se la boccia nera sia più vicina al boccino di quella rossa non avrà problemi ad ammonire Ambrogio se sta a 95 centimetri da Mario. Che poi è anche un allenamento.

E se i quattro dopo la partita volessero farsi una briscoletta? Scherzate, vero? Le carte infatti non possono essere disinfettate a ogni turno di gioco, quindi tocca evitare, a giocare con il morto non c'è gusto.

E ora prendiamo una famiglia di madre, padre e due figli che incautamente decida di trascorrere la domenica in un parco a tema. Intanto i quattro, se non hanno prenotato, potrebbe vedersi rimbalzati all'ingresso causa contingentamento delle presenze. Una volta dentro l'allegra famigliola potrebbe vedersi consegnare dei braccialetti colorati che la identifichino come una società: loro possono stare vicini, tutti gli altri devono tenersi ben lontani. Un metro almeno, due se si tratta di un attività che comporta uno sforzo fisico. I quattro poi salgono su un ottovolante, si siedono lontani da tutti e indossano la mascherina, con il vantaggio di coprire la bocca spalancata dal terrore e dalle vertigini. Se devono usare dispositivi di sicurezza che siano stati disinfettati. Ah, meglio evitare bernuda e polo: cinghie, caschi e imbragature non dovranno finire a contatto con la cute. «Il cliente deve avere un abbigliamento idoneo», si legge. Una muta da sub?

E allora niente Divertimentoland, si va a una sagra. Sicuri sicuri? Alla fiera della salamella di Lineeguidopoli c'è di certa soltanto la preoccupazione.

Dimenticate quelle domeniche scacciapensieri a sfondarvi di cibo ipercalorico e a strattonarvi con chiunque: bisognerà muoversi rispettando il distanziamento tra stand continuamente igienizzati (se andrete alla sagra del Puzzone diventerà quella del Profumone), se pensate di acquistare quel barattolo di conserva prima di afferrarlo per leggerne l'etichetta dovrete indossare i guanti oppure lavarvi bene le mani. E prima di addentare il panino con la porchetta ricordatevi di sollevare la mascherina. Che stress divertirsi, quasi quasi era meglio il divano.

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