Avrebbe compiuto 31 anni a marzo, ma la sua vita si è fermata su quella strada della Repubblica Democratica del Congo. Vittorio Iacovacci, carabiniere scelto del 13esimo Reggimento Carabinieri Friuli-Venezia Giulia, che ha sede a Gorizia, ha pagato con la vita il terribile attentato che ha portato via anche l'ambasciatore Luca Attanasio. Originario di Sonnino, in provincia di Latina, dove da poco aveva costruito una casa vicina a quella dei genitori nella quale al ritorno sarebbe andato a vivere con la fidanzata, era entrato in servizio nell'Arma nel 2016. Aveva prestato prima servizio nella Folgore, aveva frequentato la scuola allievi carabinieri alla caserma «Trieste» di Iglesias, per poi passare all'attuale incarico, ma i colleghi spiegano che aveva anche fatto un corso per incursori e per il Gis dei carabinieri e che presumibilmente sarebbe transitato nel Tuscania.
La famiglia di Iacovacci è stata avvertita ieri mattina dal comandante della compagnia di Terracina, Francesco Vivona. Il papà Marcello, operaio e la mamma Angela, che è casalinga, sono distrutti dal dolore, ma hanno avuto la forza di avvertire gli altri due figli, Dario e Alessia, il primo in Marina e anche lui attualmente in missione all'estero. «Era un coraggioso - racconta un collega di Gorizia -. Ha lasciato anche un bel ricordo nella popolazione di Arquata del Tronto e Roccafluvione, dove era stato spesso impegnato nel servizio di antisciacallaggio. Il Reggimento è come una famiglia e noi ne perdiamo un pezzo. Siamo distrutti dal dolore. Se ne è andato uno dei migliori». Vittorio con la famiglia non parlava quasi mai del suo lavoro. Sapeva, come tutti i militari che fanno questo lavoro, i rischi a cui andava incontro, ma preferiva tranquillizzare i genitori. Sarebbe dovuto tornare a giugno, dopo questa prima missione. Il sindaco di Sonnino, Luciano De Angelis, ha proclamato lutto cittadino. «La comunità di Sonnino - ha detto ieri - è sgomenta per questa giovane e tragica perdita. Era andato a portare la pace ed è stato ucciso. Ci stringiamo attorno ai suoi cari». Lo zio ha dichiarato ad alcuni giornalisti: «Non lo vedevamo da alcuni mesi, aspettavamo il suo rientro. Una tragedia, il papà e la mamma non riescono a credere che sia morto, non ci si può credere. Era un ragazzo tranquillo, umile, un ragazzo perbene».
Un collega spiega: «Avrebbe dovuto venirmi a prendere in aeroporto a Kinshasa, nei prossimi giorni.
So che non ci sarà, è una grande tristezza». Anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, tra gli altri, ha espresso il suo cordoglio. «Siamo vicini e condividiamo il dolore delle famiglie per la perdita dei loro cari».
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