In pensione senza aver mai lavorato un giorno. È questa la rocambolesca vicenda del deputato Vittorio Sgarbi che lascerà il ruolo da funzionario del ministero dei Beni Culturali con 51 anni di contributi versati pur essendo in aspettativa dal 1985.
“Ero sempre in aspettativa gratuita, non mi pagavano”, precisa Sgarbi al settimanale Panorama che gli dedica persino la copertina.“In effetti è incredibile. Primo: non l’ho chiesto, me l’hanno comunicato. Secondo: vado in pensione con la legge Fornero, ovvero le regole più severe per limite anagrafico", spiega il 66 critico d'arte che attualmente è anche sindaco di Sutri. Sgarbi ha iniziato a lavorare a 20 “come supplente di latino nelle scuole” in provincia di Ferrara, poi ha riscattato i 4 anni della laurea e uno di un corso di perfezionamento. Nel 1977 diventa “prima ispettore poi soprintendente dei Beni culturali” ma è accusato di assenteismo e viene condannato per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, come si racconta nel libro La Repubblica delle banane.
Sgarbi spiega a Panorama che la sua pensione sarà tra i 2500 e i 3500 euro al mese e rivela di spendere circa 30mila euro tra affitto, assistenti e dipendenti della Fondazione. “La mia lunghissima aspettativa è stata un risparmio per lo Stato. L’hanno avuta tutti, e mi pare giusto perché è una regola democratica”, sottolinea.
E riassume così la sua carriera politica: “Mi cacciano sempre. Da ogni posto: cacciato da sottosegretario dall’allora ministro Giuliano Urbani, cacciato da assessore , dal sindaco Letizia Moratti, da alto commissario a Piazza Armerina, da sindaco di Salemi“.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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