Il voto su Rousseau finisce in farsa. Beppe e Casaleggio sono già d'accordo

Urne dalle 10 alle 18 con un quesito truffa, da cui sparisce l'ipotesi di astenersi come chiesto dai ribelli. Lo spot di Conte e Di Maio per il sì. Cadono anche i veti sull'ingresso della Lega

Il voto su Rousseau finisce in farsa. Beppe e Casaleggio sono già d'accordo

Beppe l'Elevato sblocca Rousseau solo dopo una telefonata con Mario «il supremo». Si vota oggi su Rousseau dalle 10 alle 18. Decisiva la decisione comunicata da Draghi a Grillo di istituire il ministero della Transizione Ecologica chiesto dal M5s nei due giri di consultazioni. Un via libera che arriva alla fine di una giornata in cui si rincorrono le voci più disparate su ciò che faranno i grillini. Circola pure l'ipotesi di un annullamento della votazione online per schierare il M5s sull'astensione. I pentastellati fanno filtrare veti sulla Lega. «Beppe ha ragione - dice un deputato influente - e poi la Lega non la vuole nemmeno il Pd». In realtà Grillo trascorre la giornata in campagna elettorale. Il rinvio di martedì sera è un modo per tentare di convincere gli indecisi con la panacea del «ministero per la Transizione ecologica». Il Garante riapre le trattative con Davide Casaleggio sul quesito da sottoporre agli attivisti. Si impone per evitare che ci sia una domanda sulla possibilità dell'astensione. Ed eccolo, il quesito: «Sei d'accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-ministero della Transizione ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?».

La svolta verso l'ora di pranzo. «Ci sarà un ministero per la Transizione Ecologica» annuncia Draghi a Grillo. Beppe è contento di poter rivendicare un risultato agli occhi della base e del corpo parlamentare. La presidente della Wwf Donatella Bianchi, a Montecitorio per le consultazioni, conferma la notizia. Sarà istituito il ministero che sta a cuore all'Elevato. Luigi Di Maio commenta: «Ancora una volta Beppe Grillo ha offerto al Paese una visione importante con la proposta, accolta dal premier incaricato Mario Draghi, di istituire un ministero per la transizione ecologica, sul modello di altri Paesi europei». Dice Crimi: «Ringrazio Beppe Grillo per aver posto questo importante tema al centro del dibattito, e il presidente incaricato Draghi per la sensibilità con la quale ha saputo accogliere la nostra proposta». Magicamente nessuno parla più dei veti sulla Lega. Grillo è rassicurato anche dall'ipotesi di un mix tra tecnici e politici nel futuro governo. «Un governo di tecnici non lo reggeremmo», dice una fonte parlamentare grillina. Verso il super-ministero con tutta probabilità ci sarà una personalità di alto profilo, gradita sia al M5s sia al presidente incaricato. Si fa il nome dell'economista Enrico Giovannini, per un dicastero che accorperebbe Sviluppo Economico e Ambiente. Ed è il segnale che sblocca il voto su Rousseau.

Il tutto in una catena di comando grillina allo sbando. L'intervista del reggente Vito Crimi al Corriere in cui dice che «il M5s non entrerà a tutti i costi nel governo Draghi» fa trasecolare molti governisti. «Non infierire per favore», dice al Giornale un parlamentare di primo piano quando gli chiediamo conto delle parole di Crimi. Davide Crippa, capogruppo alla Camera, smentisce il capo politico e spiega a Repubblica: «Non ci sono motivi per dire No a Draghi». Nell'ala più governista nessuno crede al veto su Salvini. Anzi, la risposta che arriva è sul modello-Zingaretti: «Se Salvini è diventato europeista a noi fa piacere». Nel tardo pomeriggio il premier uscente Giuseppe Conte contribuisce all'uscita dal pantano.

«Se fossi iscritto a Rousseau voterei sì al governo Draghi». Subito lo segue un appello analogo di Di Maio. Restano solo i borbottii di Barbara Lezzi su Facebook. Oggi sapremo se il super-ministero avrà evitato l'apocalisse M5s.

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