Zelensky in tour europeo prepara la controffensiva. Ma il Papa: "Basta armi"

Viaggio a Berlino e Parigi. La richiesta di jet: "Non colpiremo Mosca, sconfitta russa entro l'anno"

Zelensky in tour europeo prepara la controffensiva. Ma il Papa: "Basta armi"
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Un tweet a volte può essere un manifesto. Pochi caratteri che spiegano tutto. Come quello del presidente ucraini Volodymyr Zelensky appena arrivato in Germania: «Armi. Pacchetto potente. Difesa aerea. Ricostruzione. Ue. Nato». Semplice, chiaro e diretto. Ecco il perché del tour europeo. Prima l'Aia, poi Roma. Ieri Berlino e poi Parigi. A parte la «divagazione» papale in cui il centro del colloquio, chiaramente, è stato differente, tutti gli incontri con i leader europei avevano lo scopo di tessere la tela diplomatica ma soprattutto chiedere e ottenere più armi e munizioni. Perché, come spiegato dallo stesso Zelensky, «ancora qualche visita e saranno sufficienti», riferito alle armi per la controffensiva.

E qualcosa il leader ucraino ha già portato a casa. L'intelligence militare riceverà dalla Germania 105 droni Vector, in base al contratto stipulato tra il ministero della Difesa di Kiev e il produttore tedesco Quantum-Systems GmbH. «Hanno elevata efficienza sul campo di battaglia, ci vogliono due minuti per iniziare a lavorare con il Vector» e consente grazie ai suoi sensori di rilevare obiettivi nemici 24 ore su 24 e può trasmettere video alle stazioni di terra in tempo reale. Non un mezzo secondario quindi. Un elemento in più, che insieme alla richiesta di avere anche aerei da guerra (e qui la Germania nicchia), ha portato Zelensky a sbilanciarsi sull'esito del conflitto. «Già quest'anno l'Ucraina, insieme ai suoi partner, può rendere irreversibile la sconfitta della Russia nella guerra», ha detto, aggiungendo che «è giunto il momento di agire». Il presidente ucraino ha anche parlato di pace ma ribadendo alcuni punti per lui chiave. «Vogliamo tutti che questa guerra finisca finalmente, ma finisca con una pace giusta e onesta. Noi vogliamo la pace ma deve essere una pace giusta. L'Ucraina ha diritto alla sua integrità territoriale come tutti gli altri Paesi», ha detto, ospite del cancelliere tedesco Olas Scholz. «Non attacchiamo il territorio russo, liberiamo il territorio legalmente nostro, non abbiamo tempo, forze o armi in eccedenza per questo» ha ribadito Zelensky, nel tentativo di rassicurare quei partner ancora freddi riguardo la fornitura di armi più potenti. «I preparativi di una controffensiva sono incentrati unicamente sulla liberazione del nostro territorio, riconosciuto come tale dal mondo intero».

Un supporto comunque mai in discussione, fatta eccezione per poche e marginali voci. «Continueremo a sostenere l'Ucraina politicamente, militarmente e finanziariamente finché sarà necessario», ha detto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. «In Europa si è consolidata una visione chiara: l'Ucraina è parte della nostra famiglia europea. Questo lo hanno sottolineato il presidente francese Emmanuel Macron, l'ex premier italiano Mario Draghi, il presidente rumeno Klaus Johannis ed io, un anno fa insieme a Kiev. E noi ci riconosciamo tutti in questa affermazione», ha spiegato Scholz prima di accompagnare il suo ospite ad Aquisgrana dove, alla presenza anche di Ursula von der Leyen e Roberta Metsola, gli è stato consegnato il premio Carlo Magno prima del volo verso Parigi.

L'unica nota stonata dello Zelensky-tour in Europa è la distanza con Papa Francesco, sancita dal summit in Vaticano e ribadita ieri dalle dichiarazioni del Santo Padre. «Con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace» ha detto il Pontefice, ribadendo la sua distanza dalle idee di Kiev e sancendo ulteriormente la spaccatura con Zelensky.

A questo punto, perde fortemente consistenza l'ipotesi di una mediazione vaticana. Sul tavolo restano l'ambiguo piano cinese ma, soprattutto, una guerra complicata e sanguinosa che andrà avanti fino a quando la Russia non lascerà l'Ucraina.

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