Alla fine il faccia a faccia c'è stato. Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono visti ieri alla Trump Tower a New York per un incontro delicatissimo con l'obiettivo di ricucire dopo i duri attacchi sferrati negli ultimi giorni dal candidato repubblicano alla Casa Bianca al leader ucraino. «È un onore avere il presidente con noi, ne ha passate tante», ha detto il tycoon, ribadendo che sarà in grado di porre fine al conflitto se otterrà un secondo mandato. «Questa è una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere, ma la risolveremo», ha poi precisato al termine del bilaterale, ammettendo che «è un puzzle complicato... Troppe persone morte. Troppe belle città» distrutte. «Abbiamo un ottimo rapporto - ha aggiunto l'ex comandante in capo americano riferendosi a Zelensky - e ho anche un ottimo rapporto, come sapete, con il presidente Putin. Penso che se vinciamo, risolveremo la questione molto rapidamente».
Il leader ucraino, da parte sua, si è augurato di avere una relazione migliore con Trump di quella che lui ha con lo zar del Cremlino, assicurando che con l'ex presidente Usa «abbiamo una visione comune sul fatto che la guerra in Ucraina va fermata». The Donald ha sostenuto in diverse occasioni che «molto prima» del suo (auspicato) ritorno alla Casa Bianca il 20 gennaio «possiamo trovare un accordo che vada bene per entrambe le parti», anche se non ha spiegato quali punti questa potenziale intesa dovrebbe contenere. Nei giorni scorsi sembrava che l'incontro tra i due fosse saltato dopo la visita di Zelensky domenica a una fabbrica di munizioni a Scranton, città natale di Joe Biden in Pennsylvania. Una mossa che ha scatenato feroci attacchi di diversi esponenti repubblicani di primo piano tra cui Trump, ma anche lo speaker della Camera Mike Johnson, il quale ha chiesto a Zelenksy di cacciare l'ambasciatrice ucraina a Washington Oksana Markarova per aver organizzato una tappa bollata come «interferenza elettorale». Trump si sarebbe irritato pure per i commenti di Zelensky con la rivista New Yorker - Donald «non sa davvero come fermare la guerra» - e che il suo compagno di corsa JD Vance è «troppo radicale». «Continuiamo a dare miliardi di dollari a un uomo che si rifiuta di fare un accordo», ha sottolineato il tycoon a un comizio in North Carolina giorni fa, mentre durante il dibattito tv con Kamala Harris a inizio settembre si è rifiutato di dire se vuole che l'Ucraina sconfigga la Russia.
Come rivelano a Il Giornale fonti diplomatiche a margine dell'Assemblea Generale Onu, nel caso di una eventuale nuova amministrazione Trump è tutto da vedere che il repubblicano metta effettivamente in atto i paventati tagli agli aiuti militari a Kiev. Poiché non sarebbe nei suoi interessi né tanto meno in quelli degli Stati Uniti avere un Putin più potente e vittorioso al centro dell'Europa.VRob
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