Zelensky si aspetta di trovare sotto l'albero di Natale un regalo da Bruxelles. L'adesione dell'Ucraina all'Ue non è mai stata così vicina come in questo momento e la visita, a sorpresa, di ieri a Kiev della presidente Von der Leyen, potrebbe essere un segnale inequivocabile. «Le riforme attuate, nonostante la guerra, sono impressionanti. Martedì in commissione ne parleremo», ha dichiarato nella conferenza stampa con Zelensky. Il presidente ucraino è consapevole di quanto sia importante il momento, e attende l'inizio dei negoziati per «garantire al nostro Paese sicurezza economica e sociale. La guerra non è in stallo, la necessità di proteggere la popolazione è prioritaria. Non possiamo neppure pensare alla sconfitta. Non esistono alternative». Per poi aggiungere, dopo aver confermato il cambio dal comando delle forze speciali (Lupanchuk ha preso il posto di Khorenko, ma rischia anche Zaluzhny), «la guerra in Medio Oriente sta distogliendo l'attenzione dall'Ucraina, non si può negare. Questo è uno degli obiettivi dei russi».
Martedì la Commissione europea presenterà il dossier sull'allargamento dei Paesi aspiranti (Ucraina e altri sette). L'iter prevede l'allineamento dell'ordinamento nazionale ucraino a quello comunitario. I Paesi membri saranno poi chiamati a esprimersi all'unanimità, con il parere favorevole che potrebbe arrivare all'ultimo vertice Ue del 2023, in programma il 14 e 15 dicembre.
Con i suoi 40 milioni di abitanti, l'Ucraina diventerebbe il quinto Stato membro più grande dell'Ue. Secondo gli analisti solleverebbe significative implicazioni geopolitiche, aprendo la strada a un nuovo asse Varsavia-Kiev che potrebbe rivaleggiare con il tradizionale Parigi-Berlino. La necessità di soddisfare i criteri di ammissibilità dell'Ue può incentivare l'Ucraina a risolvere una volta per tutte questioni strutturali profondamente radicate, come la corruzione. Lo scandalo della vendita sotto banco delle armi occidentali, così come quelli delle mense militari e del servizio di leva hanno fatto il giro del mondo, regalando un'immagine non proprio limpida di un Paese che affronta la spietata invasione russa. Con il conflitto in corso si assisterà a un afflusso massiccio di lavoratori ucraini verso Ovest, scenario che creerebbe un contraccolpo economico e politico negli Stati membri esistenti. Molte incertezze restano legate all'inedito contesto di candidatura di un Paese in guerra.
Il conflitto genera incognite, come i costi associati alla ricostruzione, e il mantenimento degli standard economici richiesti dall'Ue. Sotto questo punto di vista la Von der Leyen non sembra preoccupata: «Presenteremo una proposta sull'uso degli asset sovrani congelati ai russi per la ricostruzione dell'Ucraina prima della fine dell'anno».
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