Pompei - E' un tesoro che tutto il mondo ci invidia e che ha bisogno di una cura estrema. Stiamo parlando di Pompei, vero e proprio patrimonio dell'umanità. Purtroppo nei mesi scorsi si sono verificati dei crolli dovuti a varie ragioni (non solo i tagli di Tremonti) e a carenze negli interventi conservativi stratificatesi nel corso dei decenni. Ma anche a lavori di restauro vecchi e fatti male. Nel fuoco incrociato dell'opposizione c'è finito un ministro, Sandro Bondi, quasi che tutte le colpe fossero sue. Con le dimissioni del responsabile dei Beni culturali è rimasto aperto il problema di cosa fare del più grande sito archeologico italiano. Oggi ne ha parlato Giancarlo Galan, neo ministro della Cultura, che ha scelto proprio Pompei per la sua prima conferenza stampa. Il ministro ha annunciato un piano di manutenzione programmata che coinvolgerà via via tutta l’area archeologica con l’uso di scanner laser per rilievi di 3D. Ma anche nuovi fondi in arrivo dall’Europa e l’apertura ai privati. Galan annuncia provvedimenti immediati "in un’area archeologica di queste dimensione l’emergenza non finirà mai - avverte - ma la cura comincia da domani".
Un simbolo dell'Italia Pompei, spiega Galan, "è un simbolo, è l’area archeologica più estesa ma anche la più importante; un simbolo dell’Italia nel bene e nel male, nel bene perché ce la invidiano tutti nel male perché dobbiamo valorizzarla di più. È una emergenza nazionale e internazionale, ha una importanza incalcolabile". Per questo, sottolinea, "è indispensabile una manutenzione programmata, la manutenzione ordinaria non basta".
Lavoro di squadra Il ministero non lavorerà da solo: "Penso di coinvolgere studiosi, università, i tecnici Mibac che sono bravissimi - dice - ma serve anche l’apporto dei privati. Discreto, utile ad entrambi ma senza demonizzazioni, i privati servono".
Nuove assunzioni entro un mese "Non c’è una graduatoria disponibile in Campania e stiamo, quindi, pensando di assumere persone dalle graduatorie delle altre regioni. In ogni caso entro un mese ci saranno le assunzioni e un nuovo bando per la regione Campania". Così il ministro dei Beni Culturali annuncia come si concretizzerà quanto stabilito nel decreto legge approvato dal governo il 23 marzo scorso, a proposito dei 30 archeologi e dei 40 operai specializzati da dedicare alla salvaguardia di Pompei.
Quanti soldi servono per Pompei? Sulle risorse effettivamente necessarie per il salvataggio di Pompei il ministro Galan non si è assolutamente voluto esprimere: "Fino a quando non ci saranno i risultati del monitoraggio dettagliato che è parte fondamentale del programma di manutenzione è impossibile dire quanti soldi sono necessari per il parco archeologico campano. Senza contare -ha aggiunto il ministro- che nell’ipotesi in cui i visitatori diventassero 5 milioni rispetto ai 2,5 attuali e il biglietto passasse da 11 a 25 euro... le cose -fa notare Galan- sarebbero diverse". Insomma, "l’ultimo dei problemi -ha ribadito- è quello dei soldi, perché quando si vuole fare una cosa e si ha la capacità di farla (al Mibac sono circondato da persone capaci come ad esempio Roberto Cecchi e Andrea Carandini), i soldi si trovano".
Il ruolo importante dei privati Del resto non è un mistero che Galan pensi ad un intervento dei privati: "Non mi scandalizzano affatto -ha rimarcato- mi ha scandalizzato sì, vedere il palazzo ducale avvolto dai manifesti nelal sua interezza, ma se le forme sono altre...". Come dire che i privati sono certamente i benvenuti. Ed anzi il ministro ha svelato di avere già in mente qualche nome di imprenditore.
Un nome seppure scherzando, a mò di battuta, Galan lo ha fatto: "Se incontro Gianni Lettieri, lo obbligo a restaurare tre case", ha detto il ministro riferendosi all’ex presidente dell’Unione Industriali di Napoli, attuale candidato a sindaco della città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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