Premio letterario Tropea: i tre finalisti si contendono la vittoria a fine luglio

Le tre opere selezionate sono: «La nota segreta» (Longanesi) di Marta Morazzoni, «Mia madre è un fiume»(Elliot) di Donatella Di Pietrantonio e «I traditori»(Einaudi) di Giancarlo De Cataldo. L'ultima parola sarà della giuria popolare, con i 409 sindaci calabresi

Si tinge di rosa il «Premio Tropea», con due scrittrici selezionate nella terna dei finalisti che si contenderanno, dal 22 al 24 luglio, il riconoscimento letterario giunto alla sua quinta edizione.
Si tratta di un'insegnante milanese già scrittrice di successo e di un'esordiente molisana.
«La nota segreta» (Longanesi) è l'opera di Marta Morazzoni, «Mia madre è un fiume»(Elliot) è quella di Donatella Di Pietrantonio, che gareggiano insieme al giudice-scrittore pugliese Giancarlo De Cataldo, padre del famoso «Romanzo criminale» che abbiamo visto anche al cinema e in tv e che presenta, in quest'occasione, il suo ultimo libro: «I traditori»(Einaudi).
Tre opere molto diverse tra loro, che mescolano storia, sentimenti, viaggi, ricordi, speranze e suggestioni.
Dalla vittoria di Roberto Saviano con «Gomorra» nella prima edizione (2007), passando per Gianrico Carofiglio con «Ragionevoli dubbi», Carmine Abate con «Gli anni veloci» e Mattia Signorini con «La sinfonia del tempo breve», il premio calabrese ha fatto molta strada, conquistandosi un nome e cercando sempre di più di uscire non solo dai confini regionali, ma anche da quelli nazionali.
Nella piazza centrale della bella cittadina calabrese, anche quest'anno si terranno tre serate di presentazioni letterarie, dibattiti anche d'attualità e momenti di musica e teatro.
Sul palco saliranno, oltre ai finalisti, altri importanti scrittori, giornalisti, intellettuali e personaggi del mondo dello spettacolo.
«L'invito ad appassionarsi ai libri e alla buona lettura - sottolinea il giornalista Rai Pasqualino Pandullo, presidente dell'antica «Accademia degli Affaticati» che promuove il Premio e membro della giuria tecnica- è l'obiettivo primario di questo riconoscimento, che si conferma forte catalizzatore culturale».
«Una regione per leggere» è il claim del Premio Tropea, che vuole essere promotore della diffusione capillare della cultura libraria, consapevole dell'importanza dell'educazione alla lettura.
«La manifestazione - dice la coordinatrice dell'evento letterario, Maria Faragò - offre l'occasione per parlare di libri in un contesto qualificato e prestigioso, ponendosi così all'attenzione di un pubblico nazionale e internazionale e scuotendo culturalmente una regione come la Calabria, che non è certo in cima alle classifiche in questo settore».
L'ultimo libro vincitore, quello di Signorini che a sorpresa ha prevalso sulle opere dei ben più famosi Gad Lerner e Alicia Gimènez-Bartlett, ha valicato i confini italiani affermandosi in Spagna, pubblicato dall'importante casa editrice Seix Barral. E il Premio Tropea ha rafforzato il suo status letterario internazionale.
Dalla sua nascita il riconoscimento ha dimostrato attenzione verso alcuni degli autori del panorama editoriale italiano, dall'autore del cult «Gomorra», Saviano, al Grisham italiano, magistrato-politico, Carofiglio.
La particolarità del Premio è che, accanto alla giuria tecnica guidata dalla scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, che seleziona i finalisti, ce n'è una popolare, fornata anche dai 409 sindaci dei comuni calabresi, che designa il vincitore.
Nella prima fase, ogni giurato propone una selezione di opere, edite negli ultimi 2 anni e ne discute pubblicamente con gli altri giurati, fino ad arrivare alla scelta definitiva dei libri finalisti.
La terna di opere selezionate viene poi diffusa sull'intero territorio calabrese grazie al coinvolgimento dei sindaci, invitati alla lettura delle opere e alla giuria popolare composta da giovani studenti tropeani e membri dell'"Accademia degli Affaticati".
I loro voti congiunti decreteranno il libro vincitore dell'edizione 2011.
Della giuria tecnica fanno parte autorevoli nomi del panorama editoriale italiano. Oltre alla presidente Bossi Fedrigotti, vincitrice nel 1991 del Premio Campiello e presidente dal 2005, del più antico premio letterario italiano, il «Bagutta» e a Pandullo, ci sono Giuliano Vigini, saggista e docente di Sociologia dell'editoria contemporanea alla Cattolica di Milano, Corrado Calabrò, Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Pierfranco Bruni, scrittore e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani; Francesco Saverio Costanzo, Magnifico Rettore dell'Università Magna Grecia di Catanzaro; Massimo Giovannini, Magnifico Rettore dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria; Giovanni Latorre, Magnifico Rettore dell'Università della Calabria di Arcavacata di Rende; Gilberto Floriani, Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese; Michele Daniele, giornalista e Vicepresidente dell'Accademia degli Affaticati; Giuseppe Meligrana, editore e Segretario dell'Accademia degli Affaticati.


Il premio è nazionale, ma non trascura il forte legame con il proprio territorio e proprio per queste «virtù» è segnalato fra i Premi di qualità dal periodico «Libri e Riviste d'Italia», organo del ministero dei Beni culturali.

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