«Guardi, la nostra è una posizione chiara: tutte o quasi le storture del settore Rc Auto nascono dal fatto che un mercato libero di fatto non esiste». Vincenzo Donvito è il presidente dell'Aduc, sede a Firenze, associazione di consumatori dalle posizioni spesso originali (è l'unica a non aderire, per scelta, al Consiglio dei Consumatori promosso dal ministero dell'Economia).
In che senso non esiste un mercato libero?
«Chi fornisce la polizza, le compagnie, è libero di concludere un contratto o meno. Noi utenti, invece, no: siamo per forza obbligati ad acquistare una copertura assicurativa. Lo squilibrio è nei fatti. E alla fine si va a cascare lì».
Il rischio è che senza Rc Auto obbligatoria le strade si trasformino in una specie di inferno. Già destano preoccupazione le percentuali di automobilisti che non rispettano l'obbligo e circolano senza polizza...
«Quella è una percentuale endemica e tutto sommato ridotta di automobilisti. Il problema non è questo. Guardi piuttosto all'esempio degli Stati Uniti».
E cioè?
«Negli Stati Uniti l'obbligo non c'è e le polizze si vendono lo stesso. Semplicemente perché se non mi assicuro e mi succede un incidente vado incontro a conseguenze legali ed economiche tali da sconsigliarmi di non avere una copertura assicurativa».
Non mi illuderei troppo. In molti alla fine resterebbero senza risarcimento.
«C'è la possibilità di creare fondi in grado di intervenire per questo tipo di situazione. Ma se si vuole creare un mercato vero la strada è questa.
Che libertà è se i clienti sono obbligati a contrarre con i membri di una corporazione? Ovvio che i membri del club si mettano d'accordo per creare nel settore una certa omogeneità che garantisca a tutti il proprio pezzetto. Oggi con i super-guadagni delle assicurazioni da calo dell'incidentalità e il calo simbolico dei premi, questa contraddizione esplode. E invece sarebbe irrilevante se il mercato fosse libero per tutte le parti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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