DIAVOLI IN PARADISO. Gli infortuni di Rooney, la balbuzie difensiva, un Berbatov impreciso, Giggs e Scholes considerati a fine carriera. L'inizio di stagione per il Manchester United è stato un Golgota. Ma in 24 anni di panchina all'Old Trafford, Sir Alex Ferguson ha insegnato all'Inghilterra e all'Europa che dare troppo in fretta per morti i Red Devils è un errore imperdonabile. Lo sa il Bayern Monaco, che nella finale di Champions del '99 incassò due gol negli ultimi due minuti finendo ko per 2-1; lo sa il Chelsea, che nella finale del 2008 sbagliò l'ultimo rigore regalando ai rossi di Manchester la coppa. Ora lo sa anche Carletto Ancelotti, che si ritrova con i Diavoli appaiati in vetta alla classifica dopo che per larghi tratti i suoi Blues erano sembrati imbattibili.
NEL SEGNO DEL ROSSO. L'aggancio si consuma nella gara casalinga contro i «vicini di casa» del Wigan (cittadina nell'area della Greater Manchester). Un 2-0 molto più complicato di quanto non dica il risultato tipicamente british. Dopo il gol di Evra che sblocca il match, servono due cartellini rossi per i Latics (Alcaraz, il «giustiziere» paraguaiano dell'Italia ai Mondiali, e Rodallega) per piegare la resistenza del Wigan e consentire al Chicharito Hernandez di siglare il 2-0 che vale i tre punti e il primo posto in classifica in coabitazione col Chelsea.
PROFONDO BLUE. Se Manchester ride, Londra piange. E Ancelotti vive sulla panchina di Stamford Bridge il suo periodo più nero da quando ha lasciato il Milan. Il terzo ko nelle ultime quattro gare di Premier League comincia a far storcere il naso agli esigenti tifosi Blue, che accettano solo in parte l'alibi delle tante assenze pesanti (da Essien a Terry passando per Lampard). Non è una scusa sufficiente per incappare nell'1-0 di Birmingham, dove Carletto e i suoi capitolano per mano dell'esperto e rissoso Lee Bowyer. Vantaggio dilapidato in un paio di settimane e lotta per la vetta sempre più serrata. Nulla di compromesso per Ancelotti, ma la straordinaria serie di vittorie iniziali è vanificata.
IL DERBY DELL'ANNO. Un derby del genere, a Milano lo vissero nel 2004, quando a fine primo tempo l'Inter conduceva per 2-0 e finì travolta per 3-2 dal Milan (poi scudettato) di Kakà, Seedorf e Tomasson. Stesso copione folle ed emozionante anche nel derby di Londra Nord dell'Emirates Stadium, dove l'Arsenal chiude il primo tempo su un pacifico 2-0 firmato Nasri-Chamakh. Sembra tutto archiviato e i Gunners pregustano la vetta solitaria della classifica, ma non hanno fatto i conti con gli imprevedibili Spurs. Già, perché quel Tottenham che in dieci mise paura all'Inter poche settimane fa in Champions (da 4-0 a 4-3), stavolta centra la rimonta perfetta. Apre Bale, pareggia Van der Vaart su rigore (mani in barriera su una punizione dello stesso olandese) e chiude il giovane difensore francese Kaboul. 2-3 per il Tottenham e tifosi in delirio. L'Arsenal di un furioso Wenger si lecca le ferite e si vede scavalcare dallo United: ora è terzo a due punti dalla coppia di testa.
SORPRESE E RIPRESE. In attesa del Manchester City di Mancini - impegnato domani al Craven Cottage del Fulham - sale in quarta posizione il sorprendente Bolton. Gli Wanderers demoliscono per 5-1 il Newcastle e raggiungono quota 22 (insieme appunto a City e Tottenham). Senza problemi il Liverpool, che passeggia sui resti del West Ham sempre più ultimo in classifica e ormai a 6 punti dalla salvezza.
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